Page 227 - La Massoneria Rivelata
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Secondo alcuni anche i Puffi, la fortunata creazione di Peyo,

                poi  trasformata  in  cartoni  animati  da  Hanna&Barbera,
                celebrerebbero  significati  esoterici,  se  non  massonici.  Questi

                buffi  nanetti  comparvero  per  la  prima  volta  nel  1958  sul
                «Journal  de  Spirou».  Il  debutto  è  abbastanza  interessante

                giacché  narra  di  due  amici  che,  cercando  il  flauto  magico,
                chiamano gli Schtroumpfs e questi spuntano fuori dal folto della

                vegetazione. Gli esserini blu comparvero dunque riecheggiando
                la  celebre  opera  d’ispirazione  massonica  –  Il  flauto  magico,

                musicato  dal  fratello  Wolfgang  Amadeus  Mozart  –  e

                immediatamente conquistarono il cuore dei bambini con le loro
                storie, nelle quali è presente l’avventura, la magia e l’antica lotta

                del  bene  contro  il  male,  rappresentato  dallo  stregone
                Gargamella.

                    Alcuni  hanno  colto  dietro  ai  puffi  un  messaggio  nascosto,
                scorgendo  in  loro  ora  l’immagine  di  una  perfetta  società

                marxista  in  lotta  col  capitalismo,  ora  la  metafora  di
                un’associazione segreta dai risvolti luciferini.

                    L’interpretazione più interessante è però quella proposta da
                Antonio Soro, tesa a individuare nei simpatici folletti l’allegoria

                di una loggia massonica. Lo studioso scrive che i puffi «a mio
                giudizio, possono rappresentare in maniera simpatica la vita, le

                ambizioni di una loggia massonica e la speranza di un ritorno
                allo stato edenico primordiale».

                    Questa teoria si basa innanzitutto sull’aspetto stesso dei puffi.

                La loro pelle è blu e il blu è il colore pneumatico per eccellenza,
                inoltre  indossano  un  berrettino  bianco,  simbolo  della  purezza
                originale alla quale ambiscono. Fa eccezione il Grande Puffo, il

                Maestro  Venerabile,  capo  indiscusso  della  comunità.  Egli  di

                bianco  ha  la  barba,  mentre  porta  copricapo  e  pantaloni  rossi,
                cromia  tipica  del  rito  dell’Arco  Reale.  Altri  aspetti  singolari  e

                interessanti sono individuati nel loro numero, che è 99, lo stesso
                dei saggi della Nova Atlantis di Francesco Bacone, e nel fatto che





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