Page 224 - La Massoneria Rivelata
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– accompagnati dal gatto Buricchio – sfidano le fogne della loro
                città: Firenze. Questo assurdo progetto li costringe ad avventure

                e disavventure di ogni genere, fino a quando faranno ritorno a

                casa,  un  po’  più  saggi  di  quando  erano  partiti.  L’aspetto  più
                interessante è che Sussi e Biribissi sono spinti all’impresa dalla

                lettura di un libro di Jules Verne, il Viaggio al centro della terra
                dove,  come  in  un  altro  romanzo  dello  stesso  autore,  Le  Indie

                nere,  il  viaggio  nelle  profondità  della  terra  sottintende  un
                percorso «di iniziazione o di maturazione [che …] comporta un

                aumento di conoscenza [e] di coscienza della caratura eroica».

                    D’altra parte, gli scritti di Verne sono ben forniti di spunti
                iniziatici.  Nei  Figli  del  Capitano  Grant  e  in  Robur  il

                conquistatore, ad esempio, l’autore allude alle logge quali “segni
                di  civiltà”  e  al  tempio  massonico.  Altri  indizi  emergono  nei

                Cinquecento milioni della Begun, nel Castello della California e
                in  Michele  Strogoff.  In  quest’ultimo  romanzo  i  riferimenti

                all’iniziazione  sono  numerosi:  le  prove  dell’acqua,  del  fuoco,

                dell’aria e la cecità momentanea del protagonista che riacquista
                la vista nel momento del trionfo. Può darsi perciò che il nipote

                di  Collodi,  ispirandosi  al  narratore  francese,  abbia  voluto
                ripresentare, sotto altre forme, un itinerario introspettivo nelle

                dimore  nascoste  del  proprio  essere,  secondo  l’acrostico
                iniziatico V.I.T.R.I.O.L. che può essere tradotto così: «Visita le

                profondità della terra e correggendo troverai la pietra nascosta».
                    Paolo Lorenzini, nel 1932, fu il primo redattore responsabile

                del  settimanale  «Topolino»,  un  personaggio  spesso  tacciato  di
                massonismo, soprattutto a causa di suo padre: Walt Disney.

                    A dire il vero, il più celebre disegnatore di tutti i tempi non fu

                massone, diversamente dal Fratello Roy, ma aderì da giovane al
                paramassonico Ordine de Molay di Kansas City che, dopo la sua
                morte,  ne  ricordò  l’appartenenza  con  una  celebre  cartolina

                commemorativa nella quale spiccava il simbolo latomistico della

                squadra e del compasso.




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