Page 230 - La Massoneria Rivelata
P. 230
Lombardo, venne incarcerato nel 1642 e bruciato sul rogo
diciassette anni più tardi.
Le notizie su questo personaggio storico sarebbero giunte a
McCulley grazie al romanzo Memorie di un impostore, scritto
nel 1872 da Vincente Riva Palacio. Zorro sarebbe pertanto la
trasposizione in chiave romanzata di un massone e combattente
per la libertà. Lo dimostrerebbe l’abbigliamento rigorosamente
nero e la firma del vendicatore, la celebre Z, iniziale di Ziza,
“splendente” in ebraico e “parola di passo” del 4° grado del Rito
Scozzese Antico e Accettato, dove il termine è riferito alla luce
della conoscenza e della verità.
L’interpretazione offerta da Troncarelli è indubbiamente
interessante, ma lascia perplessi per diversi motivi, a cominciare
da alcune considerazioni sull’autore. Johnston McCulley fu
quasi sicuramente massone; tuttavia, la sua militanza sotto la
squadra e il compasso non toglie che fosse un conservatore
ostile ai movimenti insurrezionali. Non a caso dichiarò di avere
tratto ispirazione per Zorro dalla Primula Rossa della baronessa
Orczy, icona della resistenza sanfedista e reazionaria durante la
Rivoluzione francese.
Mi sembra inoltre improbabile che il romanziere abbia
conosciuto le vicende di un personaggio pressoché ignoto come
William Lamport, e abbia voluto trasformarlo nella metafora di
un Libero Muratore dai tratti garibaldini. Come se non bastasse,
appare strano che il sigillo massonico di Zorro sia tratto dal IV
Grado del Rito Scozzese e non ad esempio dal 30°, assai più
idoneo a esprimere le istanze di giustizia e di lotta per la libertà.
Insomma, sembra sensata la tesi di Massimo Introvigne
sull’improbabile origine latomistica dell’eroe mascherato. O
perlomeno questo paiono suggerire le conoscenze attuali, anche
se ciò non toglie che il misterioso Zorro dimostri di possedere
qualche affinità con i Figli della Vedova.
Tracce esplicite di massoneria si trovano invece nell’opera del
230