Page 216 - La Massoneria Rivelata
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Dietro il velo delle Muse. Messaggi
massonici dalla letteratura ai fumetti
La massoneria, quasi volesse ricordare la propria invisibile ma
costante presenza nella storia, nella società e nelle arti, a iniziare
dalla letteratura, sembra aver seminato ovunque simboli e
testimonianze. Ma è proprio vero? Questi segnali sono reali o
sono stati i lettori, i commentatori, a vedere quello che non c’era
o a interpretare coincidenze come reale volontà di inviare
messaggi a chi, essendo un confratello, fosse capace di leggerli?
Probabilmente la verità sta nel mezzo. In alcuni casi si sono
equivocate le intenzioni dell’autore, in altri lo scrittore o il poeta
si è effettivamente espresso usando un linguaggio o esprimendo
pensieri che aveva assorbito in quell’humus massonico di cui
faceva parte, in altri ancora ha volutamente scritto un’opera
massonica.
Quest’ultimo caso è abbastanza comune nel XVIII secolo. Ad
esempio, il cosentino Francesco Saverio Salfi scrisse il poemetto
massonico Iramo, e il più famoso Vincenzo Monti, durante la
sua fase massonica compose un’ode Per il Congresso di Udine,
con versi estremamente espliciti: «ed alzerà Natura alfine / […] /
quel dolce grido che nel cor si sente / tutti abbracciando con
amplesso uguale. Ragion / […] / Pianterà con la destra
onnipossente / l’immobil suo triangolo immortale».
Concetti ripresi nella cantata L’Asilo della Verità, ove a
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