Page 212 - La Massoneria Rivelata
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del baluardo di roccia e di ghiacci vi è una terra inospitale: il
deserto del Taklamakan, attraversato dal fiume Tarim che, nei
momenti di maggior portata, raggiunge il Lop Nor, il silenzioso
Lago Nero. L’area fece parte dell’impero uiguro, un popolo di
etnia turca che per settant’anni fu il dominatore incontrastato
della steppa. Gli uiguri furono temuti dalla stessa Cina, della
quale rappresentarono il braccio armato. Grazie a loro il
manicheismo, dapprima perseguitato, si diffuse in tutta l’Asia, e
anche nel Celeste Impero sorsero templi consacrati a quella
fede. Poi, nell’840, i Kirghisi, «profittando di disordini e intrighi
che sconvolgevano la […] corte», lo abbatterono mettendo fine
alle fortune del dualismo d’origine iranica. L’improvviso
tramonto di questa grande potenza fu imputato da molti
cronisti proprio al manicheismo, la fede falsa e infernale degli
«adoratori […] dei demoni».
La sesta torre sorgerebbe alle sorgenti dell’Ob, sulle pendici
degli Altai, segnati da un labirinto di valli, canaloni e gole
d’origine glaciale. È una regione remota e cupa, dove fitte foreste
di larici siberiani e brughiere melanconiche si contendono lo
spazio. Un tempo vi abitarono gli Sciti e ancora oggi nella valle
di Pazyryk vi sono i loro immensi tumuli funerari; più tardi vi
giunsero gli sciamani Oiroti, seguiti dal pantheon dei “kormos”,
i diavoli “che vivono in turbe nel regno dei morti”, e la terra
sembrò rabbrividire nell’udire le loro salmodianti litanie.
Il grande fiume nasce dalla confluenza di due corsi d’acqua, il
Bija e il Katun, che disegnano sulla carta geografica una “Y”
rovesciata: un’immensa freccia rivolta verso nord, quasi a
indicare l’ultima torre, il presidio più settentrionale della
contro-iniziazione.
Questo ultima sarebbe situata dove l’Ob, sfociando nel mare
di Kara, sfiora gli Urali. Siamo nelle lande desolate poste oltre il
circolo polare artico, dove la taiga siberiana arretra di fronte alla
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