Page 207 - La Massoneria Rivelata
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riguardante ‘le sette torri del diavolo’, centri di proiezione delle
influenze sataniche nel mondo; che una di queste torri sia
situata presso gli Yezidi, del resto, non dimostra affatto che essi
stessi siano dei ‘satanisti’ ma solamente che […] possono essere
utilizzati per facilitare l’azione di forze che ignorano.
A questo proposito è significativo che i sacerdoti regolari
Yezidi si astengono dall’officiare qualsiasi genere di rito in
quella torre, laddove alcune specie di maghi erranti vengono
spesso a trascorrervi parecchi giorni; che cosa rappresentano
esattamente questi personaggi? In ogni caso, non è necessario
che la torre sia abitata in modo permanente, se non è altro che il
supporto tangibile e ‘localizzato’ di uno dei centri della contro-
iniziazione, ai quali presiedono gli ‘awliya esh-Shaytan’; costoro,
attraverso la costituzione di questi sette centri, pretendono di
opporsi all’influenza dei sette Aqtab o ‘Poli’ terrestri,
subordinati al ‘Polo’ supremo».
L’edificio in oggetto si ergerebbe sulle pendici del monte
Gebel Sinjàr che domina, con i suoi 1463 metri, il Kurdistan
iracheno e il suo capoluogo Musul. Un accenno al Sinjàr si trova
nello Pseudo Metodio, un’opera apocalittica attribuita a un
vescovo del IV secolo, ma in realtà redatta a Damasco o Aleppo
verso il 691. Nella prefazione all’edizione siriana si legge di una
manifestazione divina avvenuta sul Senagar, facilmente
identificabile con il nostro Sinjar.
Il testo dello Pseudo Metodio è fra l’altro assai importante,
poiché si sofferma su una probabile fonte mitopoietica delle
leggendarie sette torri: la storia di Alessandro Magno e di Gog e
Magog. L’autore, facendo tesoro di scritti precedenti, narra che
il macedone edificò nel Caucaso una muraglia per imprigionarvi
delle tribù selvagge di “nomadi antropofagi” destinate un giorno
a superare il vallo e, con le loro scorrerie, ad annunziare la fine
dei tempi.
La favolosa, selvaggia etnia presente in Ezechiele,
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