Page 210 - La Massoneria Rivelata
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esseri  corruppero  il  loro  modo  di  vivere,  dagli  uomini  agli
                animali, alle fiere agli uccelli e fino a tutti quelli che si muovono

                sulla  terra.  Tutti  corruppero  il  proprio  modo  di  vivere  e  le

                proprie  regole  e  presero  a  dividersi  fra  di  loro;  la  malvagità
                aumentò  […]  e  i  pensieri  della  mente  di  tutti  furono

                egualmente, in ogni tempo, malvagi».


                    Esaminiamo  ora  la  terza  torre,  che  s’innalzerebbe  in  una

                regione  montagnosa  e  desertica  del  Sudan,  secondo  gli  Arabi
                regno degli spiriti malvagi: i gijnn e i gul. Questa sarebbe abitata

                da una «tribù licantropa, costituita da circa 20.000 individui». In

                questo caso è percepibile l’eredità nubiana del culto di Seth, un
                dio guerriero dell’Alto Egitto, particolarmente adorato nell’VIII

                secolo. Seth era raffigurato da un porco nero, da un asino rosso,
                dall’ippopotamo,  dal  coccodrillo  o  dal  cosiddetto  «animale  di

                Seth  non  identificabile  zoologicamente»,  seppure  possedesse
                caratteristiche  del  levriero,  del  formichiere  e  dell’okapi.  Egli

                rappresentava  il  deserto,  la  tempesta  e  il  vento  violento  e
                caldissimo  proveniente  dall’Erg,  un  alito  di  fuoco  foriero  di

                carestia e di morte. Va aggiunto però che spesso, per la sua forza
                distruttrice,  era  invocato  dai  faraoni  guerrieri,  fra  i  quali  i

                thutmosidi,  orgogliosi  di  paragonarsi  alla  furia  devastante  del
                dio.  Associato  dai  Greci  a  Tifone,  il  gigante  capace  di

                sconfiggere  per  due  volte  Zeus,  divenne  il  Baal  degli  Hyksos,
                signori  di  Avaris,  e  in  seguito  l’odioso  nemico  di  Osiride  e  di

                Horus. Il suo culto fu allora maledetto, le immagini e le statue

                che lo raffiguravano distrutte e le città a lui sacre scomunicate.
                Di  conseguenza,  si  mutò  in  una  forza  demoniaca  adorata  dai
                cultori  della  magia  nera,  che  gli  dedicarono  templi  e  are.

                Guénon  lo  associa  alla  “bestia  scarlatta”  dell’Apocalisse,  e  lo

                pone in relazione con Sorath, il demone solare dei cabalisti, il
                cui nome rimanderebbe all’esecrato 666 della fine dei giorni.



                    La quarta torre svetterebbe in una zona non meglio precisata



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