Page 201 - La Massoneria Rivelata
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culturale,  recepì  l’humus  del  “rinascimento  occultistico

                parigino” di fine secolo e ne rimase avvinto.
                    Durante il suo forzato soggiorno francese conobbe gli scritti

                di  Maurice  Maeterlinck,  studioso  di  occultismo  e  di
                metapsichica,  e  sull’onda  di  quelle  letture  scrisse  il  Mistero  di

                San Sebastiano,  un  testo  celebre,  concepito  per  la  partitura  di
                Claude  Debussy,  il  grande  compositore  d’Oltralpe  che  musicò

                Pelléas et Mélisande, un’opera teatrale dello stesso Maeterlinck.

                    Alla  luce  di  tutto  ciò  risulta  evidente  in  buona  parte  della
                produzione  dell’abruzzese  l’esistenza  di  un  livello  esoterico,

                anche se questa dimensione appare spesso accessoria rispetto a
                tematiche  dominanti.  In  Maia,  la  visione  di  Ulisse  è  una

                tangibile  esaltazione  del  “superomismo”,  ma  ciò  non  vieta
                tuttavia di cogliervi cenni del viaggio iniziatico e dell’incontro

                fatale, una sorta di crisma che rende il predestinato un solitario,
                consapevole  della  propria  diversità:  «Ma  il  mio  cuore  dai  cari

                compagni  /  partito  era  per  sempre;  /  […]  /  E  io  tacqui  /  in

                disparte, e fui solo; / per sempre fui solo sul mare».
                    Nella parte finale del poemetto, l’evento si ripete, è l’ultima
                prova, la consegna della Tradizione: «Rividi la concava nave /

                nelle  acque  di  Leucade,  il  grande  /  piloto  eversore  di  mura  /

                tenere nel pugno la scotta. / E, in verità, fu quella / l’ultima volta
                che il cuore / mi vacillò di fiacchezza / […] e fu l’ultimo indugio,

                / e l’insegnamento supremo».
                    Altri  risvolti  simbolici,  e  in  taluni  casi  iniziatici,  si

                riscontrano nell’Alcyone dove, secondo Carlo Gentile, numerose
                liriche  presentano  connotazioni  ermetiche.  L’Anniversario

                orfico, ad esempio, è eloquente fin nel titolo, e ne L’ulivo  una

                splendida strofa sottende il rito della purificazione: «Tu nel tuo
                sonno hai valicato l’acque / lustrali, inceduto hai sull’asfodelio /

                senza piegarlo; e degna al casto ulivo / ora t’appressi». L’aspetto
                più  evidente  è  tuttavia  il  valore  magico-evocativo,  quasi

                sciamanico,  di  talune  composizioni  dell’Alcyone.  Nei  versi,




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