Page 198 - La Massoneria Rivelata
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avevano ricevuto il crisma latomistico e, annota Mola, la
«marcia di Ronchi [aveva avuto] i colori di un corteo libero
muratorio»; il resto erano isterie di uomini, lontanissime da
ideali e valori. Questi ultimi furono inseriti nella Carta della
Reggenza del Carnaro, pervasa dalle idee più avanzate dei Liberi
Muratori di allora, «chiamati a confrontarsi con le esperienze
bolsceviche e a misurarsi con l’immagine che in Occidente si
aveva di Lenin e Trotski, ai quali molti attribuivano non
dimenticate esperienze liberomuratorie».
Un esempio evidente del contributo massonico alla Carta lo
si rileva nel paragrafo riservato ai rapporti fra Stato e Chiesa,
così esplicitato: «Le libertà fondamentali sono garantite a tutti i
cittadini. Ogni culto religioso è ammesso e rispettato e può
edificare il suo tempio. Ma nessun cittadino invochi la credenza
o i suoi diritti per sottrarsi all’adempimento dei doveri prescritti
dalla legge».
Tale concetto fu poi sottolineato con vigore dall’articolo LIV
dal titolo L’istruzione pubblica: «Alle chiare pareti delle scuole
[…] non convengono emblemi di religione né figure di parte
politica. Le scuole pubbliche accolgono i seguaci di tutte le
confessioni religiose, i credenti di tutte le fedi, e quelli che
possono vivere senza altare e senza Dio. Perfettamente rispettata
è la libertà di coscienza. E ciascuno può fare la sua preghiera
tacita». Sembra, commenta Mola, di leggere il puro distillato
«[dell’] alambicco massonico».
D’Annunzio fu dunque iniziato, massone e sensitivo;
secondo alcuni studiosi avrebbe aderito anche al Martinismo,
assumendo il nome di Ariel. Ma quale testimonianza di questi
interessi ha lasciato nella sua opera letteraria? Non essendo
possibile esaminare l’intera sua produzione, mi limiterò a
rilevare alcuni aspetti particolarmente significativi.
Parto da Il Fuoco, una storia dai risvolti autobiografici, dove i
personaggi principali celano lo stesso poeta e l’amante Eleonora
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