Page 194 - La Massoneria Rivelata
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da sempre era stato avvinto dall’esoterico, tanto che in un
articolo apparso su «La Tribuna» del 1887 aveva confessato: «Io
sono un ardentissimo novizio della scienza occulta. Da qualche
tempo vivo in un altro mondo».
L’occulto lo attirava, sentiva intorno a sé e dentro di sé forze
inspiegabili, si reputava un guaritore e nei suoi scritti privati
affermava che «col semplice tocco delle dita» era capace di
togliere «la stanchezza ed ogni altra pena». Una volta confidò al
dottor Antonio Duse di essere un ipnotizzatore: «Stanotte, pur
soffrendo della mia corizza certo aggravata da iodismo nasale,
ho vegliato l’inferma: e ho, ancora una volta, felicemente
esperimentato il mio straordinario potere ipnotico».
Aveva pure una vera ossessione per amuleti e talismani, con i
quali intendeva proteggere se stesso e gli amici dalla “nigra
magia”. Spesso li produceva di persona, in oro e in argento,
avevano forma di galletti, tartarughe, aquile, cuori, ornati da
pietre preziose. Alcuni recavano incisi motti come Cum pennis
cor o Non timeo culices. Il Comandante non se ne separava mai,
lo accompagnavano in ogni impresa, e ne regalò di preziosi a
Mussolini, a Salvator Gotta e a Tazio Nuvolari, “l’automobilista
più veloce del mondo».
A questo si aggiunga che in lui soffiava potente l’esprit du
siècle, e quindi lo straordinario, sotto ogni forma, lo ammaliava.
Le Novelle della Pescara ne sono un esempio: le scene, in taluni
casi esageratamente crude, si mischiano all’abnorme, a un senso
del tragico derivato da una ferocia ancestrale. Il sangue è
presente in modo ossessivo come nella Vergine Orsola, dove la
protagonista, muore per un’emorragia dovuta a un aborto mal
riuscito e alle bastonate di un cieco che la scambia per un cane:
«Orsola […] giunse alla casa di Rosa Catena, entrò; presa dalla
vertigine, cadde in mezzo al pavimento. E, come il profluvio del
sangue ricominciava, la paralisi le occupò la metà inferiore del
corpo, ogni facoltà del moto volontario in lei si spense […]
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