Page 19 - La Massoneria Rivelata
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napoletani  è  comunque  lunghissima  e  comprende  Francesco
                Caracciolo,  Gaetano  Filangeri,  Giuseppe  Albanese,  Vincenzo

                Cuoco,  Francesco  Saverio  Salfi  e  Pietro  Colletta,  autore  della

                celebre  Storia  del  Reame  di  Napoli.  Egli  fu  Venerabile  della
                loggia  L’Umanità  e,  dal  1815,  entrò  a  far  parte  anche  di

                un’officina di rito egiziano, La Vigilanza.

                    In Lombardia, al pari della Campania, la presenza massonica
                fu notevole. Le logge erano numerose e auspicavano il trionfo

                del progresso e la fine dell’oscurantismo ecclesiastico. Un loro
                animatore  fu  Giovan  Battista  Biffi,  esponente  di  punta

                dell’illuminismo,  amico  di  Cesare  Beccaria  e  di  Pietro  Verri,
                traduttore  di  Diderot  e  di  Helvetius,  membro  dell’Accademia

                dei Pugni e partecipe dei dibattiti del Caffè. Altri iniziati furono
                Lorenzo  Mannini,  editore  delle  opere  di  Benjamin  Franklin  e

                Giovanni  Pindemonte,  fratello  di  Ippolito,  anch’egli  massone
                prima  di  approdare  a  posizioni  conservatrici  e  cattoliche.

                Furono  inoltre  Figli  della  Vedova  il  giurista  e  patriota
                Giandomenico  Romagnosi,  l’economista  Melchiorre  Gioia,  il

                poeta dialettale Carlo Porta e Ugo Foscolo, membro della loggia
                Reale Amalia Augusta di Brescia nella quale, nel 1807, entrò con

                il  grado  di  Compagno  Vincenzo  Monti,  iniziato  l’anno

                precedente nell’officina Eugenia di Milano. Il celebre traduttore
                dell’Iliade non fu certo un esempio di coerenza, giacché prima

                esaltò il mecenatismo di Pio VI, poi divenne giacobino, massone
                e cantore di Napoleone; infine, con Il mistico omaggio, Il ritorno

                d’Astrea e L’invito a Pallade, inneggiò al ritorno degli austriaci.

                    Una delle regioni più feconde da un punto di vista massonico
                fu  il  Veneto,  dove  la  confraternita  si  diffuse  grazie  ai  soliti

                residenti inglesi che fondarono una loggia a Venezia, con tanto
                di  tempio  situato  su  una  nave  alla  fonda  nel  porto.  Questo

                primo nucleo si sciolse in seguito alla bolla di Clemente XII, ma
                fu  un’eclisse  di  breve  durata;  dopo  il  1746,  infatti,  i  Fratelli

                tornarono  a  riunirsi  nella  locanda  “Alle  Spade”  o  in  palazzi




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