Page 24 - La Massoneria Rivelata
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massoni Luigi Zaniboni e Giuseppe De Rolandis e, soprattutto,
                la  tragica  fine  del  celeberrimo  conte  di  Cagliostro,  al  secolo

                Giuseppe Balsamo.

                    Quest’ultimo, nato nel 1743 e vissuto a lungo di espedienti, fu
                implicato, senza averne colpa, nel celebre affaire du collier che

                gli costò un anno di Bastiglia. Dopo la scarcerazione si ritirò in
                Gran  Bretagna,  dove  scrisse  una  famosa  Lettera  al  popolo  di

                Francia,  nella  quale  profetizzava  che  la  fortezza-prigione
                sarebbe  divenuta  meta  di une  promenade  publique.  Iniziarono

                allora le sue disgrazie: scacciato da tutti, fu arrestato nel 1789 e

                processato  dal  Santo  Uffizio  per  numerose  colpe,  fra  le  quali,
                una delle più gravi, la sua militanza massonica. Il reato era per

                di più aggravato dall’avere lui stesso creato una massoneria di
                rito egiziano e di aver avuto l’ardire di portare la sua malvagia

                creatura nella città santa degli apostoli Pietro e Paolo.
                    Fu  condannato  a  morte,  mentre  oggetti  e  pubblicazioni

                dovuti alla sua attività di massone e di esoterista venivano arsi in
                piazza Santa Maria sopra Minerva. Subito dopo, la pena capitale

                fu derubricata in carcere a vita.
                    Per  il  povero  “Gran  Cofto”  si  trattò  di  un  atto  di  cinica

                clemenza, dato che, il 22 aprile 1791, fu segregato nel pozzo di

                San  Leo,  «rocca  alpestre  ai  confini  della  Toscana,  vicino  al
                ducato  di  Urbino,  luogo  che  fa  paura  solo  a  vederlo».
                Sopravvivere nel fortilizio feltresco era una scommessa persa in

                partenza.  Vi  subì  angherie,  soprusi,  umiliazioni  che  lo

                inebetirono, fino a quando, il 26 agosto 1795, passò a miglior
                vita.      La      notizia        si     diffuse        subito        ovunque          e,

                contemporaneamente,  sorse  la  leggenda  che  il  conte  non  era
                morto,  ma  che  i  suoi  confratelli  massoni  lo  avevano  liberato

                raggiungendo  San  Leo  attraverso  l’unica  via  possibile:  il  cielo,
                usando una mongolfiera, l’ultima diavoleria del secolo.

                    E così, volando fra le nuvole, il mago, alchimista, massone,
                avventuriero, avrebbe raggiunto un luogo sicuro, dove sarebbe





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