Page 27 - La Massoneria Rivelata
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e a detenere una notevole ricchezza, dovuta in gran parte al
prestito e al trasferimento di capitali.
La trappola di Filippo il Bello li colse impreparati e, dato che
in Occidente non portavano armi, non furono in grado di
opporre resistenza. In seguito, vissero come vittime indifese la
loro tragedia, che si protrasse dal 1307 al 1312. In quell’anno
Clemente V, desideroso d’impedirne la condanna per eresia,
sciolse l’ordine; il fatto è confermato da un documento scoperto
da Barbara Frale nel fondo di Castel Sant’Angelo dell’Archivio
Segreto vaticano. Nel 1314, infine, con la messa al rogo di
Giacomo de Molay si concluse la vicenda templare e iniziò il
mito vero e proprio.
Già nel Medioevo l’opinione pubblica si divise: propensi a
rivendicarne l’innocenza furono Cristiano Spinola, Giovanni
Boccaccio, Giovanni Villani e, soprattutto, Dante con i celebri
versi del XX Canto del Purgatorio. Giunsero invece a
conclusioni opposte Arnaldo di Villanova e Raimondo Lullo.
Specialmente il primo, propagandista visionario delle crociate,
parlò di “terribile rivelazione” di segreti e di cose ignobili.
Questo fece sì che diversi considerassero l’ordine interessato alla
magia. Ad esempio, Cornelius Agrippa di Nettesheim, nel De
occulta philosophia, pubblicato nel 1533, espresse, seppure in
forma dubitativa, la possibilità che i templari fossero esperti in
riti occulti: «Né tali pratiche dovevano essere molto diverse dalla
detestabile eresia dei Templari, se ciò che leggiamo è verità e
non fantasia; come dello stesso genere dovevano anche essere le
trasgressioni cui notoriamente si abbandonavano le streghe
nella loro senile follia».
Per Jean Bodin, invece, esponente di spicco della nobiltà di
toga al servizio della corona e accanito persecutore di streghe, i
templari erano stati vittime di un complotto finalizzato a
impossessarsi dei loro beni. Successivamente, la storia e il
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