Page 22 - La Massoneria Rivelata
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personaggio, Florindo, le norme della “conversazione”, sotto le
                quali si adombra il regolamento di loggia:

                – «Che non si riceva in compagnia persona che non sia onesta,

                civile e di buoni costumi.
                – Che  ciascuno  possa  divertirsi  a  suo  piacere  in  cose  lecite  e

                oneste, virtuose e di buon esempio.
                – Che si facciano pranzi e cene in compagnia, però con sobrietà

                e moderatezza; e quello che eccedesse nel bere, e si ubriacasse,
                per la prima volta sia condannato a pagare il pranzo o la cena

                che si sarà fatta, e la seconda volta sia scacciato dalla compagnia.
                – Che  ognuno  debba  pagare  uno  scudo  per  il  mantenimento

                delle cose necessarie, cioè mobili, lumi, servitù, libri e carta ecc.
                – Che sia proibita per sempre la introduzione delle donne, a ciò

                che non nascano scandali, dissensioni, gelosie e cose simili.
                – Che l’avanzo del denaro non si spendesse, vada in una cassa in

                deposito, per soccorrere qualche povero vergognoso.
                – Che  se  qualcheduno  della  compagnia  caderà  in  qualche

                disgrazia, senza intacco della sua reputazione, sia assistito dagli

                altri, e difeso con amore fraterno.
                – Chi  commetterà  qualche  delitto  o  qualche  azione  indegna,

                sarà scacciato dalla compagnia.
                – […]  Che  siano  bandite  le  cerimonie,  i  complimenti,  le

                affettazioni: chi vuol andar, vada, chi vuol restar, resti; e non vi
                sia altro saluto, altro complimento che questo, amicizia».

                    Il  fine  della  commedia  è  dunque  quello  di  difendere
                l’istituzione  dalle  numerose  accuse,  fatte  circolare  ad  arte

                nell’opinione  pubblica,  per  sua  natura  sospettosa  e  incline  ad
                accreditare  la  calunnia.  Le  quattro  “donne  curiose”

                rappresentano  proprio  la  mentalità  dell’epoca:  diffidente  e
                timorosa,  pronta  a  scommettere  che  dietro  la  segretezza  delle

                logge  si  celi  qualcosa  di  illecito.  Le  parole  di  Rosaura  sono
                indicative:  «Se  non  vogliono  che  si  veda  vi  sarà  qualcosa  di

                brutto», e ancora «se foste gente dabbene, non vi nascondereste

                così […] Questa gran segretezza eccita con ragione il sospetto».


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