Page 17 - La Massoneria Rivelata
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uomo di cultura, membro dell’Accademia degli Apatisti e
dell’Accademia Etrusca di Cortona, si ricorse a motivi di salute:
come si poteva arrestare un uomo malandato che reggeva
l’anima coi denti? Bisognava avere un po’ di umanità, lasciarlo
in pace, egli si era accostato alla setta per curiosità, come sono
soliti fare gli eruditi, ma in lui non vi era malizia alcuna… e
anche l’abate fu tirato fuori dal mazzo.
Del terzetto, quindi, rimase solo il “vaso di coccio” Tommaso
Crudeli. D’altra parte il poeta, definito un «piccolo scrittore mai
banale», era la persona più adatta a fungere da capro espiatorio.
Era infatti un personaggio noto, buon traduttore, autore di versi
apprezzati, ma anche di componimenti mordaci e di un libro
scandalo L’arte di piacere alle donne e alle amabili compagnie.
Inoltre, era di basso livello sociale, dato che viveva insegnando la
lingua italiana a facoltosi stranieri; infine, aveva numerosi
nemici e, secondo la morale comune, non poteva essere
considerato un angelo.
Per condannare Crudeli fu prezzolato un testimone
compiacente: Andrea D’Orazio Minerbetti, un mitomane di
intelligenza limitata, tanto che i documenti dell’epoca lo
definivano minus habens. Costui aveva dimostrato grande
curiosità per la massoneria, pur avendone sempre trovate chiuse
le porte. Consapevoli di questo suo desiderio, i massoni
Giuseppe Cerretesi e Philipp von Stosch gli avevano giocato
scherzi di ogni genere; si erano sollazzati narrandogli
nefandezze sull’iniziazione e sui riti massonici, lo avevano
terrorizzato con racconti sado-masochisti ambientati in lugubri
templi. Fra l’altro, gli avevano riferito che «il giuramento andava
prestato in modo in cui sodomia e onanismo avevano una parte
notevole. Tale giuramento, poi, doveva essere ratificato stando
seduto nudo su una sedia con una gamba alzata e con l’impegno
– in caso di violazione – di sottoporsi a ogni turpe trattamento
della persona».
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