Page 14 - La Massoneria Rivelata
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Pisa; sotto il pontificato dei suoi immediati predecessori aveva
dimostrato abilità e onestà nell’amministrare i beni della Chiesa.
Quando, nel 1730, divenne a sua volta successore di Pietro
all’età di settantotto anni, oltre a essere anziano era malmesso in
salute: era pressoché cieco e con tanti di quegli acciacchi
addosso da essere spesso costretto a svolgere il suo alto
magistero standosene a letto. Malgrado le sue condizioni, riuscì
ad amministrare lo Stato con saggezza, risanandone
ulteriormente le finanze, promuovendo lavori di bonifica e di
ampliamento del porto di Ancona. Tuttavia, aveva forti
preoccupazioni per quanto concerneva la politica estera, e
soprattutto il destino della sua terra d’origine: la Toscana.
La gloriosa dinastia medicea, che aveva dato a Roma due
pontefici e a Firenze pii sovrani, si era ingloriosamente estinta
nel 1737. Quell’anno se n’era andato, senza eredi, Gian Gastone,
il granduca sensibile ma sfortunato e infelice, la cui personalità
era stata oltretutto annichilita da un matrimonio disgraziato. La
successione si giocava in corti lontane. Instabilità e incertezza,
dunque, germogliavano nel cuore d’Italia, e questo vuoto di
potere rischiava di diventare una condizione ideale per il
diffondersi dell’eresia a un passo dallo Stato della Chiesa.
Già nelle terre d’Etruria si era diffuso il giansenismo e ora,
proprio a Firenze, gli inglesi avevano impiantato la setta
massonica. I rapporti che giungevano a Roma erano sempre più
allarmanti: i perversi Figli della Vedova erano centinaia, anzi
migliaia, e aumentavano di giorno in giorno, corrompevano le
coscienze, diffondevano incredulità, erano i «restauratori
dell’ateismo… [e] il Proteo d’ogni più libera sensualità».
Bisognava agire senza perdere tempo, sentenziare una
condanna che spazzasse via il male. Fu così che il 28 aprile 1738
fu promulgata la bolla di scomunica In eminenti Apostolatus
specula, articolata sui seguenti punti:
– La massoneria accoglie, in un’inaccettabile promiscuità,
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