Page 16 - La Massoneria Rivelata
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che aveva dimostrato il suo disappunto rovesciando su Firenze
una tempesta di pioggia e saette. Ve n’era abbastanza per agire, e
il padre inquisitore Paolo Ambrogio Ambrogi, dei frati minori
conventuali e capo del Santo Uffizio, entrò in azione per
arginare lo scandalo. Tuttavia, prima di procedere bisognava
accordarsi con il nuovo padrone del granducato, Stefano di
Lorena, da poco designato quale successore dei Medici. Una
trattativa non facile, visto che il nuovo monarca faceva parte
della conventicola essendo stato iniziato all’Aia da una
deputazione appositamente inviata dall’Inghilterra.
Il sovrano era giunto a Firenze il 20 gennaio 1739 e ad aprile
doveva ripartire per mettersi a capo dell’esercito imperiale,
impegnato contro i Turchi. La fretta, la precarietà del momento,
il fatto stesso di essere il coniuge di sua maestà apostolica, gli
imponevano prudenza. Non poteva permettersi – come invece
gli era stato prospettato – che il nunzio apostolico fosse
richiamato, facendo così esplodere un caso diplomatico. Furono
perciò intavolati degli accordi volti a limitare la repressione, che
doveva essere soprattutto di monito. Si giunse finalmente a un
compromesso: gli inglesi erano intangibili, come pure alcuni
fiorentini troppo in vista, mentre i soggetti perseguibili erano
tre: il barone Philipp von Stosch, intrallazzatore pericoloso, che
sarebbe stato bandito ed entro tre giorni avrebbe dovuto fare i
bagagli e lasciare per sempre la Toscana, mentre l’abate
Ottaviano Buonaccorsi e il poeta Tommaso Crudeli sarebbero
stati arrestati e processati.
In realtà le cose andarono diversamente. Grazie al residente
inglese Horace Mann, diplomatico con robuste protezioni a
Londra, Philipp von Stosch ottenne che l’ordine di espulsione
fosse sospeso e rimase perciò a Firenze, dove morì
tranquillamente nel 1757. Anche Ottaviano Buonaccorsi la fece
franca. In sua difesa scese in campo Giulio Rucellai, segretario
della giurisdizione, carica che oggi potrebbe essere equiparata a
quella di guardasigilli. Per mettere al riparo il Buonaccorsi,
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