Page 89 - Il giornalino di Gian Burrasca
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di carta accartocciata s'è spenta rispettando la palla che era stata molto compressa ed era perciò assai
            resistente; e da quel punto, quanti palpiti a ogni  minaccia  del fuoco contro le pagine del mio
            giornalino! Ma fortunatamente ormai la fiamma aveva esulato dalla parte ove il Maralli l'aveva
            gettato, e poco dopo, mentre nessuno badava a me, svelto svelto, ho raccattato dal caminetto la palla
            di carta, me la son nascosta nella blouse, e ora ho steso per bene le pagine e con la gomma le ho
            riappiccicate al loro posto.
               C'è l'angolo di una pagina un po' abbruciacchiato ma lo scritto e l'illustrazione sono rimasti
            intatti, e io, caro giornalino mio, sono felice di riaverti intero, così, con tutti i miei sfoghi, buoni o
            cattivi, belli o brutti, spiritosi o stupidi ch'essi sieno, secondo il momento.
               Ora voglio andare a chiedere due lire al signor Venanzio.
               Me le darà?

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               Ho preso il momento buono: mia sorella è fuori, il Maralli è nel suo studio, e io ho afferrato la
            trombetta, l'ho ficcata in un orecchio al signor Venanzio e gli ho gridato:























               - Per piacere mi prestereste due lire?
               - Il paniere per poter partire? - ha risposto lui. - Che paniere? -
               Io ho ripetuto la domanda con quanta voce avevo, e allora ha risposto - I ragazzi non devono aver
            mai quattrini.-
               Questa volta aveva capito!
               Allora io gli ho detto :
               - Ha ragione la Virginia a dire che lei è un grande avaraccio!... -
               A queste parole il signor Venanzio ha dato un balzo sulla poltrona, e ha cominciato a brontolare:
               - Ah, dice così? Brutta pettegola! Eh! Si sa!... se avesse molti denari, lei li spenderebbe tutti in
            vestiti e cappellini!... Ah!... Ha detto che sono un avaraccio? Eh! Eh!...-
               Io per consolarlo ho creduto bene di dirgli che per questo il Maralli l'aveva sgridata, come infatti
            era vero; e lui tutto contento mi ha domandato:
               - Ah, mio nipote l’ha sgridata? Meno male! Volevo ben dire io! Mio nipote è un buon giovane e
            mi è stato sempre molto affezionato... E che le ha detto?
               - Le ha detto: È bene che lo zio sia avaro: così mi lascerà più quattrini. -
               Il signor Venanzio è diventato rosso come un tacchino, e s'è messo a balbettare in modo che
            credevo gli venisse un colpo.
               - Si faccia coraggio! - gli ho detto - forse questo è il colpo apoplettico che il Maralli dice sempre
            che un giorno o l'altro le deve venire... -
                Egli ha alzato le braccia al cielo, ha borbottato dell'altre parole e poi alla fine s'è levato di tasca il
            suo borsellino, ha preso una moneta di due lire e me l'ha data dicendomi:
               - Eccoti le due lire... E te le darò spesso, ragazzo mio, a patto che tu mi dica sempre quello che
            dicono di me mio nipote e tua sorella... perché sono cose che mi fanno molto piacere! Tu sei un
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