Page 66 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Ma il più bello è stato quando la mamma e l'Ada hanno dovuto raccontare la faccenda della
            cleptomania.
               Via via che procedeva il racconto, la signora Olga si interessava divertendosi come se si fosse
            trattato di un'altra persona invece che di lei, e da ultimo dette in una solenne risata, agitandosi sul
            canapè esclamando:
               - Ah bella! Ah bellissima! Come! Mi hanno fatto prendere anche delle medicine per guarire della
            cleptomania? Ah! Ma questo è un episodio graziosissimo, degno di un romanzo!... E tu, birichino, ti
            ci divertivi, eh? Chi sa quanto hai riso!... Sfido! mi ci sarei divertita anche io!... - E mi ha
            acchiappato per la testa e mi ha coperto di baci.
               Come è buona la signora Olga! Come si capisce subito che è una donna piena di cuore e piena
            d'ingegno, senza tutte le esagerazioni che hanno le altre donne!
               La mamma e l'Ada son rimaste molto confuse perché si aspettavano, invece, chi sa che scena!
            Ma quando siamo venuti via non ho potuto far a meno di dir loro:
               - Imparate dalla signora Olga come si devono trattare i ragazzi!... -
                E mi son grattato dove mi duole tanto a camminare.



               17 dicembre.

                                         Oggi a scuola ho avuto che dire con Cecchino Bellucci per causa di
                                       Virginia.
                                         -  È vero  -  mi  ha detto  il Bellucci  - che  tua sorella ha sposato
                                       quell'arruffapopoli dell'avvocato Maralli?
                                         - È vero - gli ho risposto - ma il Maralli non è quello che dici tu:
                                       invece è un uomo d'ingegno, e presto sarà deputato.
                                         - Deputato? Bum!... -
                                         E il Bellucci si è coperto la bocca, soffocando una risata.
                                         Io, naturalmente, ho incominciato a riscaldarmi.
                                         - C'è poco da ridere! - gli ho detto scotendolo per un braccio.
                                         - Ma non sai - ha ripreso lui - che per fare il deputato ci vogliono
                                       dimolti, ma dimolti quattrini? Sai chi sarà deputato? Mio zio Gaspero:
                                       ma lui è commendatore e il Maralli no; lui è stato sindaco e il Maralli
                                       no; lui è amico di tutte le persone più altolocate e il Maralli no; lui ha
                                       l'automobile e il Maralli no...
                                         - Che c'entra l'automobile! - gli ho detto.
                                       - C'entra, perché con l'automobile mio zio Gaspero può andare in tutti i
                                       paesi di campagna e anche in cima ai monti a fare i discorsi, mentre il
                                       Maralli, se ci vuole andare, bisogna che ci vada a piedi...
               - Nel paesi di campagna? Il mio cognato, per una certa regola tua, è il capo di tutti gli operai e di
            tutti i contadini, e se il tuo zio va in campagna anche con l'automobile ci troverà delle brave
            bastonale!
               - Bum! A parole!
               - C'è poco da far bum...
               - Bum!
               - Smetti di fare bum, t'ho detto.
               - Bum! bum!
               - Quando poi s'esce di scuola, te lo dò io il bum! -
               Lui s'è chetato perché sa, come sanno tutti, che Giannino Stoppani riffe non se ne lascia far da
            nessuno.
               Difatti dopo scuola l'ho raggiunto alla porta d'uscita dicendogli:
               - Ora facciamo i conti fra noi! -
               Ma lui ha affrettato il passo e, appena fuori, è montato sull'automobile di suo zio che lo aspettava
            e s'è messo a suonar la tromba tra l'ammirazione di tutti i nostri compagni, mentre lo scioffèr girava
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