Page 69 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Il dottore ha detto che il braccio ritornerà certo come prima, ma intanto io non posso moverlo.
Luisa, alla quale il babbo aveva scritto di questa mia malattia, ha risposto proponendo di
mandarmi da lei a Roma dove il dottor Collalto dice che c'è un suo amico specialista che mi farebbe
la cura elettrica e il massaggio sicché potrei trattenermi da loro durante le vacanze di Natale e poi
ritornare a casa guarito.
Io ho incominciato a urlare dalla contentezza, e avrei anche battuto le mani se mi riuscisse
d'alzare il braccio.
- Però - ha detto il babbo - con che coraggio ti si può mandar fuori di casa?
- Io starei sempre in pensiero di qualche disgrazia - ha aggiunto la mamma.
L'Ada ha messo la nota finale:
- Bisogna proprio dire che il Collalto sia un buon uomo a invitarti a casa sua dopo il bel regalo di
nozze che gli facesti...-
Io son rimasto così avvilito da questo plebiscito, che la mamma s'è mossa a compassione e ci ha
messo subito una buona parola:
- Se almeno, dopo tanti guai, promettesse proprio sul serio d’esser buono d’esser gentile col
dottor Collalto...
- Sì lo prometto! - ho gridato con quello slancio e quell'entusiasmo che metto sempre nelle mie
promesse.
E così, dopo un po' dì discussione, è stato stabilito che per Santo Stefano il babbo mi
accompagnerà a Roma.
Io sono felice e benedico il momento in cui mi son rovinato il braccio.
Andare a Roma è un mio antico sogno, e non mi par vero di vedere il Re, il Papa, gli Svizzeri e
tutti i monumenti antichi che ci sono.
Quello poi che mi solletica più di tutto è l'idea di far la cura elettrica, solamente a pensarci mi par
di sentirmi dentro il corpo una batteria di pile e non posso star fermo.
Viva Roma capitale!
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In questo momento ho saputo che Cecchino Bellucci sta male.
Pare che sia proprio un affare serio, e che sia difficile che la gamba gli ritorni come prima.
Povero Cecchino! Ecco a che cosa si può andare incontro quando ci si vanta di saper fare una
cosa, mentre invece non se ne sa niente!
Però mi dispiace molto di questa cosa perché il Bellucci con tutti i suoi difetti è un buon ragazzo.
25 dicembre.
Io preferisco a tutti gli altri mesi dell'anno quello di dicembre, perché c'è il Natale e Caterina fa
sempre due bei budini, uno di riso e uno di semolino perché alla mamma piace quello di semolino e
quello di riso non lo può soffrire, e il babbo va matto per quello di riso mentre quello di semolino
l'ha a noia come il fumo agli occhi; io, invece, li preferisco tutti e due, e siccome anche il dottore
dice che tra i dolci i budini sono i più igienici, così ne mangio quanto mi pare e nessuno mi dice
nulla.
26 dicembre.
Parto per Roma fra due ore.
C'è una grande novità; il babbo non viene ad accompagnarmi, ma mi affida invece al signor
Clodoveo Tyrynnanzy, suo intimo amico che viene appunto nella capitale per affari, e che mi
consegnerà al dottor Collalto, - nelle sue proprie mani medesime - come ha detto lui.
Che tipo buffo è il signor Clodoveo!