Page 73 - Il giornalino di Gian Burrasca
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- Come una lettera!... Qui mancano tre bottigliette!...
- Ne avrò scritte tre... ora non mi ricordo!...
- Ma tu sei peggio di Tiburzi!... Come fa la tua povera famiglia a sopportare una canaglia come
te?... -
E così ha seguitato a dirmi parolacce finché non siamo arrivati a Roma.
Bel modo, questo, di accompagnare un ragazzo affidato da un amico!...
Ma io ho avuto prudenza e non gli ho risposto mai niente, meno che quando mi ha consegnato al
mio cognato Collalto, al quale ha detto:
- Tenga: glielo consegno intatto... ma in parola d'onore darei dieci anni di vita piuttosto che
essere nei piedi di lei che è costretto, povero signore, a tenerlo per diversi giorni!... Dio gliela mandi
buona!... Hanno ragione a chiamarlo Gian Burrasca! -
Allora non ne ho potuto più, e gli ho risposto:
- Con codesti piedoni che ha lei, invece, dovrebbe ringraziare Iddio se potesse essere nei piedi di
chiunque altro! E in quanto a Gian Burrasca è meglio farsi chiamar così che farsi chiamare con tre
ipsilonni come fa lei che è proprio una ridicolaggine! -
Il dottor Collalto mi ha fatto cenno di stare zitto; e mentre mia sorella mi faceva passare in
un'altra stanza, ho sentito che egli diceva sospirando:
- Si comincia bene! -
28 dicembre.
Il mio braccio è molto peggiorato a causa dello sforzo fatto ieri per salire nella rete del
compartimento. Il Collalto mi ha portato stamani da quel suo amico che fa le cure elettriche, e che si
chiama il professor Perussi il quale, dopo avermi visitato, mi ha detto:
- Ci vorrà una diecina di giorni e anche più...
- Meglio! - ho detto io.
- O che hai piacer a star male? - ha esclamato il professore sorpreso.
- No, ma mi piace tanto di stare a Roma, e poi a far la cura elettrica con tutte quelle macchine
deve essere molto divertente... -
Il professor Perussi ha incominciato subito a farmi il massaggio elettrico applicandomi la
corrente con una macchina motto complicata che mi faceva come un gran formicolìo in tutto il
braccio, mentre io ridevo a più non posso.
-
Questa - ho detto - è la macchina per fare il solletico... Ci vorrebbe per il signor Tyrynnanzy che,
dopo l'affare del segnale d'allarme, è diventato così serio!
- Vergognati! - ha detto il Collalto; ma l'ha detto ridendo.
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