Page 70 - Il giornalino di Gian Burrasca
P. 70

Prima di tutto vuol far sempre il forestiero, e s'è cambiato gli i
                                              del   suo   cognome,   che   sarebbe   Tirinnanzi,   in   tanti  ipsilonni
                                              facendone un Tyrynnanzy, perché dice che nel suo commercio,
                                              rappresentando le principali fabbriche d'inchiostri dell'Inghilterra,
                                              gli giova presentarsi ai clienti con tre ipsilonni...
                                                 E poi è un tombolotto grosso e grasso con un faccione largo
                                              contornato da due cespugli rossi di fedine e con un nasino più
                                              rosso che mai e tondo tondo nel mezzo, che pare proprio un di
                                              que' pomodorini piccoli ma tutto sugo.
                                                 -   Bada!   -   gli   ha   detto   il   babbo   -   ti   prendi   una   bella
                                              responsabilità,   perché   Giannino   è   un   ragazzaccio   capace   di
                                              tutto...
                                                 - Eh! - ha risposto il signor Clodoveo - ma non sarà capace di
                                              scuotere la mia flemma inglese garantita come i miei inchiostri...
                                              Se non è buono gli tingo la faccia e lo mando in una colonia
                                              indiana!...

               - Marameo! - ho detto fra me, e son salito a prepararmi la valigia con Caterina, perché da me
            solo, col braccio malato, non posso.
               Ho messo tutto quel che mi può occorrere a Roma: le tinte, la palla di gomma coi tamburelli, la
            pistola col bersaglio, e ora metterò anche te, mio caro giornalino, che mi accompagni in tutte le
            vicende della mia vita...
            A rivederci dunque a Roma!

               27 dicembre.

               Giornalino mio, ti riprendo subito, appena arrivato a Roma, perché ho, da narrare nelle tue
            pagine tutte le mie avventure di viaggio che non sono piccole né poche.
               Ieri, poco dopo che si fu partiti, il signor Clodoveo si mise a porre in ordine la sua roba
            esclamando:
               - Meno male! Siamo noi due soli... e speriamo che si rimanga così fino a Roma. Vedi, ragazzo
            mio? Questa è la mia cassetta coi miei campionari... Guarda qui quante boccette e boccettine, e che
            varietà d'inchiostri!... Ne avresti da scrivere per tutta la vita!... Questo è inchiostro per penne
            stilografiche... Questo qui è inchiostro per i ministeri dei quali ho la fornitura... e su questi ci
            guadagniamo bene, sai? Vedi? E bisogna che io sappia fino a un puntino i prezzi di tutti, e la qualità
            chimica... Ci vuol la testa a posto, sai, per il commercio! -
               Io da principio mi son divertito molto a veder tutte quelle boccette ma poi il signor Clodoveo ha
            avuto un'ispirazione infernale e mi ha detto:
               - Ora sta' attento a tutte le principali stazioni dove si ferma il treno, e guarda dal finestrino; io ti
            spiegherò l'importanza dì tutte le città e te le farò conoscere meglio che la geografia, perché io ho la
            pratica commerciale e questa fa più dì tutti i libri... -
               E infatti via via che si arrivava a una stazione il signor Clodoveo si affannava a far la sua brava
            lezione peggio del professor Muscolo, finché a forza di sentire spiegazioni mi sono addormentato
            profondamente.
               Quando mi sono destato ho visto nel divano difaccia il signor Clodoveo che dormiva, russando
            come un contrabbasso.
               Mi sono affacciato al finestrino e mi son messo a guardar la campagna; ma poi mi son seccato e
            non sapevo che cosa fare... Ho aperto la valigia, ho riguardato tutti i miei balocchi... Ma ormai li
            conoscevo da un pezzo, e non bastavano a farmi passar la noia da dosso...
               Allora ho tirato giù la cassetta dei campionari del signor Clodoveo e mi son divertito a riguardar
            tutte quelle boccette coi cartellini di tutti i colori.
               In quel momento il treno si era fermato, e dal finestrino ho visto che un altro treno era fermo di
            faccia a noi, per lo scambio, a pochissima distanza, tanto che, spenzolandomi fuori, forse avrei
   65   66   67   68   69   70   71   72   73   74   75