Page 72 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Ricominciavo a seccarmi di veder sempre il signor Tyrynnanzy
sdraiato sul divano e di sentirlo stronfiare, quando
disgraziatamente mi dètte nell'occhio il manubrio del segnale
d'allarme che pendeva da una cassettina sospesa nel soffitto dello
scompartimento.
Bisogna sapere che qualche altra volta mi aveva dato
nell'occhio quel gingillo, e che sempre avevo provato una grande
tentazione di vedere che cosa succede in un treno quando si dà
l'allarme.
Questa volta non seppi resistere: montai sul divano, infilai la
mano nel manubrio, e tirai giù con quanta forza avevo. Il treno si
fermò quasi istantaneamente.
Allora aiutandomi alla meglio col braccio malato mi riuscì
d'arrampicarmi sulla rete dove si metton le valige e mi ci
accovacciai, stando a vedere che cosa sarebbe accaduto.
Immediatamente si aprirono tutti e due gli sportelli dello
scompartimento e cinque o sei impiegati vi entrarono dentro,
fermandosi dinanzi al signor Clodoveo che seguitava a dormire; e
uno scotendolo disse:
- Ah! forse gli è venuto un accidente! -
Il signor Tyrynnanzy si svegliò di soprassalto, esclamando:
- Che vi pigli!... -
E allora vennero le spiegazioni:
- Lei ha dato il segnale d'allarme!
- Io? Niente affatto!...
- Eppure è stato dato da questo scompartimento!
- Ah! È Giannino!... Il ragazzo!... Dov'è il ragazzo!... - esclamò a un tratto come fuori di sé il
signor Clodoveo. Ah! Forse qualche disgrazia! Dio mio! Il figlio di un mio amico che mi era stato
affidato!... -
Mi cercarono nella ritirata; guardarono sotto i divani; finalmente un impiegato mi scoprì
accucciato tra due valige sulla rete, ed esclamò:
- Eccolo lassù!...
- Disgraziato!... - gridò il signor Clodoveo. - Tu hai dato il segnale d'allarme?... Che hai fatto?...
- Ohi!... - risposi con voce piagnucolosa, perché ora capivo tutto il male fatto - mi doleva tanto il
braccio malato...
- Ah! E per questo ti sei arrampicato costassù? -
Intanto due impiegati mi avevano preso di peso e mi avevano tirato giù, mentre gli altri eran corsi
via a far ripartire il treno.
- Lei sa che c'è la multa! - dissero gl'impiegati rimasti.
- Lo so: ma la pagherà il padre di questo signorino! - rispose il signor Clodoveo, guardandomi
come se mi avesse voluto incenerire.
- Intanto, però, bisogna che paghi lei...
- Ma se io dormivo!
- Appunto: dal momento che le era stato affidato il ragazzo doveva vigilarlo...
- Sicuro! - esclamai io tutto contento, guardando l'impiegato che dava prova di tanto senso
comune. - La colpa è del signor Clodoveo... Ha dormito per tutto il viaggio!... -
Il signor Tyrynnanzy fece l'atto come di strozzarmi, ma non disse niente.
È stato fatto il verbale di contravvenzione, e il signor Clodoveo ha dovuto pagar la multa.
Rimasti soli, ha durato un pezzo a dirmi delle impertinenze; e il peggio è stato quando, essendosi
egli ritirato nella ritirata, è riuscito fuori e, dopo aver dato un'occhiata nella sua cassetta dei
campionari, s'è accorto delle boccette che mancavano.
- Che hai fatto dei miei campioni d'inchiostro, assassino!... - ha gridato.
- Ho scritto una lettera ai miei propri genitori! - ho risposto tremando.