Page 71 - Il giornalino di Gian Burrasca
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potuto toccare la faccia dei viaggiatori che vi stavano affacciati...
È stato allora che m'è venuta un'idea terribile.
- Se avessi uno schizzetto! - ho pensato.
Mentre pensavo a questo, lo sguardo si è fermato sulla palla di gomma che era nella mia valigia
rimasta aperta, e allora ho detto fra me:
- E perché non potrei fabbricarmelo? -
E cavato di tasca il temperino ho fatto un buco nella palla; poi ho preso tre bottigliette
d'inchiostro dalla cassetta del signor Clodoveo, e sono andato nella ritirata, dove, stappate le
boccette, ho versato il contenuto nella catinella allungandolo con l'acqua. Fatto questo ho sgonfiato
la palla, e immersala nella catinella l'ho riempita...
Quando son tornato nello scompartimento il treno di faccia si moveva e i viaggiatori eran tutti
affacciati...
Non ho fatto altro che sporgere un po' le braccia fuori del mio finestrino e stringere gradatamente
la palla tra le mani, col foro rivolto in avanti...
Ah, che emozione! Che effetto! Che divertimento!...
Campassi mill'anni non riderò mai quanto ho riso in quel momento nel vedere tutti quei visi
affacciati, che da principio avevano una grande espressione di stupore e poi subito di rabbia,
spenzolarsi fuori in mezzo alle braccia che mi tendevano i pugni chiusi, mentre il treno si
allontanava...
Mi ricordo perfettamente di uno che ebbe uno schizzo d'inchiostro in un occhio, e che pareva
diventato pazzo e ruggiva come una tigre...
Se lo incontrassi lo riconoscerei... ma forse è meglio che non lo incontri più!
Il signor Clodoveo intanto seguitava a dormire come un ghiro, sicché io ebbi il tempo di
rimettere a posto la sua cassetta dei campionari in modo che non potesse accorgersi di niente.
E tutto sarebbe andato a finir bene ed egli non avrebbe avuto di che lamentarsi di me, se più tardi
non mi fosse venuta un'altra idea peggiore della prima, perché questa ha avuto delle serie
conseguenze.