Page 63 - Il giornalino di Gian Burrasca
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- Mamma mia, il terremoto! Mamma mia, il terremoto! -

               Molti invitati sono scappati via. Il babbo, invece, è corso subito sul luogo del disastro, ma
            nessuno capiva il perché si era schiantata la gola del caminetto, facendo rovinare giù mezza parete
            della stanza.





















               A un tratto, quando tutto pareva finito, si è sentito dentro il camino un fischio e tutti son rimasti
            senza fiato per la sorpresa.
               Il Maralli ha detto:
               - Ah! Li dentro c'è un incendiario! Bisogna chiamar le guardie! Bisogna farlo arrestare!... -
               Ma io che avevo capito tutto non ho potuto fare a meno di esternare il mio dispiacere:
               - Ah, i miei razzi col fischio! -
               Mi ero ricordato in quel momento che quando avevo comperato i fuochi per festeggiare il
            matrimonio di Luisa, non avendoli potuti più adoperare li avevo ficcati appunto su per la gola del
            camino nel salone di ricevimento, dove non andava mai nessuno, perché il babbo non me li
            trovasse, ché altrimenti me li avrebbe sequestrati.
               Naturalmente la mia esclamazione è stata un lampo di luce per tutti.
               - Ah! - ha gridato l'avvocato Maralli imbestialito - ma tu sei addirittura il mio flagello! Ero
            scapolo e tentasti di accecarmi, ora piglio moglie e tenti di incenerirmi!... -
               La mamma intanto mi aveva preso per un braccio e, per salvarmi dal babbo, mi ha portato qui in
            camera mia, tanto per mutare.
               Fortuna che quando ci sono dei rinfreschi in casa, io ho la precauzione di farmi sempre la parte
            prima che incomincino!



               13 dicembre.

               Stamattina essendo terminati i sei giorni di sospensione che mi aveva dati il Prèside per quei tre
            versi che mettevano in ridicolo il professor Muscolo, la mamma mi ha accompagnato a scuola.
               - Ti ci accompagno io, - ha detto - perché se ti ci accompagnasse il babbo ha giurato che ti
            farebbe trovar davanti all'uscio di scuola senza neppure toccar terra...
               - Come! - ho detto - in pallone? -
               Ho detto così, ma avevo capito benissimo che l'idea era di accompagnarmi a furia di pedate nel
            medesimo posto...
               Appena arrivato mi è toccato naturalmente di sentire una gran predica del Prèside in presenza
            alla mamma che sospirava e ripeteva le solite frasi che dicono i genitori in queste circostanze:
               - Lei ha proprio ragione... Sì, è cattivo... Dovrebbe esser grato, invece, ai professori che son così
            buoni... Ma ora ha promesso di correggersi... Dio voglia che la lezione gli frutti!... Staremo a
            vedere... Speriamo bene...
               Io ho tenuto sempre la testa bassa e ho detto sempre di sì; ma da ultimo mi son seccato di far
            quella figura da mammalucco e quando il Prèside ha detto sgranando gli occhi dietro le lenti e
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