Page 42 - Il giornalino di Gian Burrasca
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E se n'è andata giù, e ho sentito che chiamava l'Ada e la Virginia dicendo:
- Ah, ve ne voglio raccontare una carina!... -
Meno male. Io l'ho sempre detto: fra tutti, la mamma è quella che capisce di più la ragione, e che
sa distinguere se una cosa succede per disgrazia o per cattiveria.
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C'è stata l'Ada a portarmi la cena e ha voluto anche lei che le raccontassi il fatto del dìttamo della
zia Bettina.
Mi ha dato ottime notizie. Un'ora fa c'è stato il dottore daccapo e ha detto che l'avvocato Maralli
va molto meglio, ma che deve stare in camera al buio almeno per una settimana.
Capisco che dev'essere una cosa seccante: ma è anche più seccante il dovere stare relegati in una
camera senza esser malati, come son costretto a star io.
Ma ci vuol pazienza. Ada mi ha detto che il babbo è molto arrabbiato, che non mi vuol più
vedere e che perciò bisogna aspettare che gli passi l'inquietudine e allora con l'intromissione della
mamma tutto sarà appianato.
Intanto io vo a letto, perché ho molto sonno.
1° novembre
Oggi, mentre il babbo era fuori, Ada è venuta a darmi le notizie dell’avvocato Maralli, che va
sempre migliorando, e a dirmi se volevo scendere in salotto, col patto che dopo una mezz’oretta
ritornassi in camera mia.
Io sono sceso molto volentieri, per cambiare aria; e dopo poco è venuta la signora Olga a far
visita alla mamma e mi ha fatto molte feste, dicendo che ero cresciuto, che avevo gli occhi
intelligenti, e molte altre cose che dicono le donne di noi ragazzi, quando discorrono con le nostre
mamme.
Però mia sorella Virginia, che era venuta in quel momento, ha creduto bene di farmi subito
scomparire, dicendo che ero troppo spensierato, ed è entrata a parlare del fatto dell’altra sera che ha
raccontato naturalmente a modo suo, esagerando, come fa sempre lei, e portando alle stelle la
rassegnazione della povera vittima (così chiama l’avvocato) che rimarrà privo di un occhio per tutta
la vita.
Però, la signora Olga che è una persona molto istruita e che scrive i libri, ha detto che la vittima
era da compiangersi, ma che era stata una disgrazia; e io ho aggiunto subito:
- Sicuro: e una disgrazia voluta, perché se l'avvocato fosse stato fermo come dicevo io, non avrei
sbagliato la mira... -
Dopo molti discorsi la signora Olga ha tirato fuori l'orologio e ha detto:
- Mio Dio! Già le quattro! -
La mamma allora ha osservato:
- Curiosa! Lei ha un orologio che somiglia perfettamente al mio...
- Ah, sì? - ha risposto la signora Olga - e se l'è riposto in seno, mentre Virginia che le stava di
dietro faceva dei cenni con le mani alla mamma che non capiva niente.
Quando poi la signora Olga se n'è andata, Virginia, che ha sempre il vizio di chiacchierare e di
ficcare il naso nelle cose che non le appartengono, ha esclamato:
- Ma mamma! Non hai visto che, oltre all'orologio, aveva anche un ciondolo preciso al tuo?... È
una cosa strana!... -
E son salite tutte in camera della mamma per pigliar l'orologio... Ma l'orologio non c'era, perché
l'avevo preso io l'altro giorno per fare i giuochi di prestigio nel giardino.
È impossibile descrivere come son rimaste la mamma, l'Ada e Virginia. L'Ada è corsa subito in
camera sua, ed è tornata dicendo:
- Ma io ve ne dirò un'altra... un'altra che è anche più straordinaria, tanto che, prima di dirla, ho
voluto sincerarmi. Quando la signora Olga si è soffiata il naso ho osservato che aveva un fazzoletto
di tela batista col ricamo come quello che mi regalasti tu, mamma, per la mia festa. Ebbene: ora