Page 32 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Stamani Luisa mi ha condotto in camera sua, mi ha baciato e con le lacrime agli occhi mi ha
            regalato un bello scudo d'argento dicendomi, al solito, di esser buono, di non fare sciocchezze,
            perché in casa col da fare che c'è per i preparativi dello sposalizio nessuno può badare a me...
                                    L'ho sempre detto, io, che Luisa è la migliore di tutte.
                                    Ho preso lo scudo e via, a mettere in esecuzione la mia idea.
                                    Ho comprato dodici razzi col fischio, sei candele romane, otto tippi-tappi,
                                 quattro   belle   girandole   e   altri   fuochi   artificiali   tutti   svariati,   coi   quali
                                 festeggerò gli sposi la sera del matrimonio, in giardino.
                                    Non mi par vero d'arrivare a quel momento. Intanto ho nascosto tutti i
                                 fuochi sull'armadio della mamma perché questa deve essere una sorpresa per
                                 tutti.



                                    24 ottobre.


                                    Eccoci al gran giorno!
                                    È dal 19 che non scrivo più una riga qui nel giornalino, ma ho avuto tanto
                                 da fare!
                                    In questi giorni mi sono accorto che i ragazzi possono essere molto utili
                                 nelle case quando vi sono circostanze solenni, e quando le persone grandi
                                 chiedono loro un piacere con educazione e con garbo.
               Giannino qua! Giannino là! Giannino su! Giannino giù! Non riparavo a contentar tutti. Chi
            voleva il rocchetto di cotone, chi la matassina di seta, chi i campioni di stoffe, chi mi mandava alla
            posta a ritirar lettere, chi a far telegrammi, insomma arrivavo alla sera stanco morto, ma con la
            coscienza tranquilla d'aver fatto il mio dovere per l'avvenire di mia sorella.
               Finalmente il gran giorno è venuto, oggi ci sarà lo sposalizio e stasera farò i fuochi e così
            dimostrerò a Collalto, che ride sempre quando dice che io son suo cognato, come anche i ragazzi
            sappiano nutrire l'affetto per i parenti e la gratitudine per le scatole di tinte che ricevono in regalo.
               È arrivata anche la zia Bettina per assistere allo sposalizio, e così ha rifatto la pace con tutti.
            Però, mentre la Luisa si aspettava da lei in regalo quel paio di diamanti che ebbe in eredità dalla
            povera nonna, ha avuto invece una coperta da letto di lana gialla e celeste che la zia Bettina aveva
            fatto con le sue mani.
               Luisa è rimasta mortificata, e io ho sentito che diceva a Virginia:
               - Quella vecchia dispettosa si è voluta vendicare dell'altra volta che venne da noi. -
               Però mia sorella ha avuto dei bei regali da tutte le parti...
               Non dico nulla dei dolci che ci son preparati in sala da pranzo!.. Una cosa da sbalordire!... Però il
            migliore è la panna montata coi cialdoni.


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               Tutti son pronti, e fra pochi minuti si andrà al Municipio. Ma la zia Bettina non verrà, perché ha
            deciso invece di ritornare a casa sua col treno che parte tra mezz'ora.
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