Page 26 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Sul carro c'era una copertaccia da cavallo. L'ho presa e l'ho fermata da un lato, legandola con una
            fune intorno alla pancia del maialino; poi, risollevando tutta la parte di coperta che avanzava
            strascicando di dietro, l'ho legata stretta stretta a uso salame, in modo che rappresentasse la lunga
            coda del coccodrillo. Fatto questo, ho tinto di verde tanto il maialino che la coperta, in modo che, a
            lavoro compiuto, l'illusione era perfetta.
                                                                Dopo   aver   legata   anche   questa   belva   alla
                                                             stanga del carro da buoi, ho pensato di farne
                                                             un'altra servendomi dell'asino che ho preso nella
                                                             stalla e che, essendo di color grigio, si è prestato
                                                             benissimo a far da zebra. Infatti è bastato che gli
                                                             dipingessi sul corpo, sul muso e sulle gambe
                                                             tante   strisce,   dopo   aver   mescolato   daccapo   il
                                                             rosso   col   verde,   per   ottenere   una   zebra
                                                             sorprendente, che ho legata con gli altri animali
                                                             alla solita stanga. Infine, siccome per rallegrare
                                                             la   scena   mancava   la   scimmia,   con   lo   stesso
                                                             colore ho tinto la faccia di Pietrino che appunto
                                                             stava   berciando   e   sgambettando   come   una
                                                             bertuccia,
             e servendomi d'uno straccio strettamente legato gli ho anche fabbricato una splendida coda che ho
            assicurata alla cintola del marmocchio, sotto la sottanina.
               Poi, per rendere la cosa anche più naturale, ho pensato che il vedere la scimmia sopra un albero
            avrebbe fatto un bellissimo effetto e perciò, aiutato da Angiolino, ho messo Pietrino su un ramo
            dell'albero che è accanto all'aia, assicurandolo con una fune perché non cascasse.
               Così ho completato il mio serraglio e ho incominciato la spiegazione.
               - Osservino, signori : questa bestia a quattro zampe con la groppa tutta rigata a strisce bige e nere
            è la Zebra, un curioso animale fatto come un cavallo ma che non è un cavallo, che morde e tira i
            calci come i ciuchi ma che non è un ciuco, e che vive nelle pianure dell'Affrica cibandosi dei sedani
            enormi che nascono in quelle regioni, e scorrazzando qua e là a causa delle terribili mosche
            cavalline che in quei paesi caldi hanno le proporzioni dei nostri pipistrelli...
               - Accidempoli! - ha detto Angiolino. - O che può essere?
               - Può essere sicuro! - ho risposto io. Ma tu devi stare zitto, perché mentre si dà la spiegazione
            delle bestie feroci, è proibito al pubblico di interrompere perché è pericoloso. Quest'altra belva, che
            è qui accanto, è la Tigre del Bengala, che abita in Asia, in Affrica e in altri luoghi dove fa strage
            degli uomini e anche delle scimmie... -
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