Page 15 - Il giornalino di Gian Burrasca
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hanno calato i calzoncini e giù, frustate senza pietà...
               Ahi, ahi! Non posso più stare a sedere... oltre al dolore c'è anche la preoccupazione per la festa da
            ballo. I preparativi son quasi finiti, e io non son punto tranquillo per quell’affare delle fotografie...
               Basta; Dio ce la mandi buona, giornalino mio, e senza vento!



               15 ottobre.

               Siamo   al   famoso   martedì,
            causa   di   tutte   le   agitazioni   di
            questi giorni...
               Caterina mi ha messo il vestito
            nuovo e quella bella cravatta rossa
            tutta di seta che mi ha regalato
            l'altro giorno Carlo Nelli, quello
            della   fotografia   dov'era   scritto:
            vecchio  gommeux,   che   non   so
            cosa voglia dire.
               Le mie sorelle mi hanno fatto
            una   predica   lunga   come   una
            quaresima,   con   le   solite
            raccomandazioni d'esser buono, di
            non   far   niente   di   male,   di
            comportarmi educatamente con le
            persone che verranno in  casa,  e
            altre   simili   uggiosità   che   tutti   i
            ragazzi sanno a memoria a forza
            di sentirsele ripetere a tutte l'ore, e
            che si stanno a sentire proprio per
            dar   prova   della   nostra
            condiscendenza   verso   i   nostri
            maggiori,   pensando,   invece,   a
            tutt'altre cose.
               Naturalmente io ho risposto sempre di sì, e allora ho avuto il permesso d'uscir di camera e girare
            per tutte le stanze del pian terreno.
               Che bellezza! Tutto è pronto per la festa che comincerà fra poco. La casa è tutta illuminata e
            mille fiammelle di luce elettrica risplendono qua e là, riflettendosi negli specchi, mentre ogni sorta
            di fiori sparsi per tutto fan bella mostra dei lor vivaci colori ed espandono per le sale i loro grati e
            delicati profumi.
               Ma il più grato profumo è quello della crema alla cioccolata e alla vainiglia nelle grandi scodelle
            d'argento, e della gelatina gialla e rossa che trema nei vassoi, e di quei monti di pasticcini e di
            biscotti d'ogni qualità che si inalzano in salotto da pranzo, sulla tavola ricoperta da una bella
            tovaglia tutta ricamata.
               Dovunque è un allegro scintillio di cristalli e d'argento...
               Le mie sorelle sono bellissime, tutte vestite di bianco, scollate, con le gote rosse e gli occhi
            raggianti di felicità. Esse girano per tutto per vedere se ogni cosa è in ordine e accorrono a ricevere
            gli invitati.
               Io sono venuto su a pigliare questi appunti sulla festa, ora che ho la mente serena... Perché dopo,
            giornalino mio, non posso garantire se sarò in grado di confidarti ancora le mie impressioni.

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               Ho fretta d'andare a letto, ma prima voglio raccontar qui come sono andate le cose.
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