Page 14 - Il giornalino di Gian Burrasca
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colmo della contentezza. A un tratto, eccoti una grande scampanellata, e le mie sorelle, sospendendo
la nota degli invitati, si mettono a cinguettare:
- Chi sarà a quest'ora? E che scampanellata!... - Non può esser che un contadino!... - Certo, una
persona senza educazione... - In quel momento comparisce la Caterina sulla porta, esclamando:
- Ah, signorine, che sorpresa!... -
E dietro di lei, eccoti la zia Bettina!... proprio la zia Bettina in pelle e in ossa, la zia Bettina che
sta in campagna e che viene a trovarci due volte l'anno.
Le ragazze dissero con un filo di voce:
- Uh, che bella sorpresa! -
Ma diventarono livide dalla bile, e con la scusa di andare a farle preparare la camera piantarono
la zia con la mamma e andarono a riunirsi nella stanza da lavoro. Io le seguii per godermi la scena.
- Ah brutta vecchiaccia! - disse Ada con gli occhi pieni di lacrime.
- E figuriamoci se non si tratterrà! - esclamò la Virginia con aria ironica. - E come sarà contenta,
anzi, di aver l'occasione della festa da ballo per mettersi il suo vestito di seta verde e i suoi guanti
gialli di cotone e la cuffietta lilla in capo! - Ci farà fare il viso rosso! - soggiunse la Luisa disperata.
- Ah, è impossibile, ecco! Io mi vergogno di presentare una zia così ridicola! -
La zia Bettina è ricca straricca, ma è così antica, poveretta! così antica
che pare uscita dall'arca di Noè: con la differenza che gli animali dell'arca
di Noè vennero fuori tutti a coppie, e la zia Bettina, invece, era venuta
sola, perché non ha mai trovato un cane di marito!
Dunque le mie sorelle non volevano che la zia rimanesse alla festa da
ballo. E siamo giusti: non avevano forse ragione, povere ragazze? Dopo
essersi tanto affaccendate perché la festa riuscisse bene, non era un vero
peccato che questa vecchia ridicola venisse a compromettere l'esito della
serata?
Bisognava salvare la situazione. Bisognava che qualcuno si sacrificasse
per la loro felicità. Ah! non è forse una nobile azione per un ragazzo di
cuore il sacrificio per la felicità delle sue proprie sorelle?
Io avevo il rimorso della vendetta che m'ero già presa di loro con la
brutta celia delle fotografie, e decisi subito di compensare le vittime con
una buona azione.
Perciò ieri l'altro sera, dopo pranzo, presi da parte la zia Bettina e col
tono serio che meritava la circostanza le dissi pigliandola alla larga - Cara [
zia, vuol fare una cosa gradita alle sue nipoti?
- Che dici?
- Le dico questo: se lei vuol proprio contente le sue nipoti, faccia il
piacere di andarsene prima della festa da ballo. Capirà, lei è troppo
vecchia e poi si veste in modo troppo ridicolo per queste feste, è naturale
che non ce la vogliono. Non dica che glie l'ho detto
io; ma dia retta a me, tornì a casa sua lunedì, e le sue nipoti gliene saranno infinitamente grate. -
Ora domando io: doveva la zia inquietarsi, dopo che avevo parlato con tanta franchezza? E
doveva, dopo che l'avevo pregata dì non dir nulla a nessuno, andare a spifferare ogni cosa a tutti,
giurando e spergiurando che la mattina dopo, appena alzata, sarebbe ripartita?
E la zia Bettina, infatti, è andata via ieri mattina, facendo il solenne giuramento dì non metter
mai più piede in casa nostra.
Ma questo non è tutto. Pare che il babbo le avesse chiesto in prestito una certa somma di danaro,
perché essa gli ha rinfacciato il favore che gli aveva fatto, dicendo che era una vera vergogna il dare
le feste da ballo con i quattrini degli altri!
Che colpa ne avevo io, di questo?
Ma al solito, la stizza dì tutti si è riversata su un povero ragazzo di nove anni!
Non voglio avvilire queste pagine col raccontare quel che ho sofferto. Basti dire che iermattina,
appena partita la zia Bettina, le persone che più dovrebbero volermi bene in questo mondo, mi