Page 10 - Il giornalino di Gian Burrasca
P. 10

Sono due settimane che non ho più scritto una parola nel mio giornale, perché mi sono ammalato
            da quel giorno famoso che fui per affogare e che scappai dal letto mentre sudavo. Collalto è venuto
            su a vedermi due volte al giorno; ed è stato così buono con me, che quasi quasi sento rimorso di
            averlo fatto spaventare quella sera. Quanto tempo mi ci vorrà per guarire?… Stamani sentivo Ada e
            Virginia che parlavano insieme nel corridoio: com'è naturale, mi sono messo ad ascoltare quello che
            dicevano. Pare che ci sarà, nientemeno, che una festa da ballo in casa nostra.
               Virginia diceva che era contentissima che io sia a letto; così si sentiva più tranquilla, ed era
            sicura della riuscita della festa. Essa spera che io debba rimanere in camera un mese intero. Non so
            capire perché le sorelle maggiori non vogliano bene ai fratelli più piccoli... Ed io, invece, sono così
            buono con Virginia... Quando sto bene vado anche due volte al giorno alla posta, a prenderle e ad
            impostarle le lettere; qualche volta, non dico, ne avrò perduta qualcuna; ma ella non l'ha mai saputo,
            e non ha nessuna ragione di avercela con me!
               Oggi mi sentivo così bene, che mi è venuta la voglia di levarmi. Verso le tre ho sentito venir su
            per le scale Caterina che mi portava la merenda; sono sgusciato dal letto, mi sono nascosto dietro
            l'uscio di camera, tutto imbacuccato in uno sciallone nero della mamma, e mentre la cameriera stava
            per entrare, le sono saltato addosso, abbaiando come un cane... Che credi che abbia fatto quella
            stupida?...
                                           Dalla paura ha lasciato cascare in terra il vassoio che reggeva con
                                        tutt'e due le mani... Che peccato!.. Il bricco di porcellana celeste è
                                        andato in mille pezzi; il caffè e latte si è rovesciato sul tappetino che la
                                        mamma mi aveva comprato ieri; e quella sciocca ha cominciato a
                                        urlare così forte, che il babbo, la mamma, le mie sorelle, la cuoca e
                                        Giovanni sono corsi su tutti spaventati, per vedere quello che era
                                        successo... Ci può essere una ragazza più oca di quella?... Al solito, io
                                        sono stato gridato... Ma... appena sono guarito, voglio scappare da
                                        questa casa, e andare lontano lontano, così impareranno a trattare i
                                        ragazzi come si deve!...







               7 ottobre.


               Finalmente stamani ho avuto il permesso di alzarmi... Ma era possibile che un ragazzo come me
            potesse star fermo su una poltrona, con una coperta di lana sulle gambe? C'era da morire di noia;
            così mentre Caterina era andata giù un momento a prendermi un bicchiere di acqua inzuccherata,
            lesto lesto, butto via ogni cosa, e me ne vo in camera di Luisa a guardare tutte quelle fotografie che
            tiene dentro la cassetta della sua scrivania. Le mie sorelle erano in salotto con un'amica, la signorina
            Rossi. Caterina, appena tornata col bicchiere e lo zucchero, mi cerca dappertutto, inutilmente...
            Sfido!… Mi ero nascosto dentro l'armadio...
               Che risate matte ho fatto, con quei ritratti!… Su uno c'era scritto : Un vero imbecille!... Su un
            altro: Oh, carino davvero!... Su un altro: Mi ha chiesto, ma...  fossi   minchiona!  E   in   altri   :
            Simpaticone!!!... oppure : Che bocca!... In uno poi c'era scritto: Ritratto di un ciuco!...
               In tutti c'era una frase di questo genere. Io mi sono impossessato di circa una dozzina di
            fotografie delle persone che conosco, per fare qualche burletta innocente, appena uscirò di casa; poi
            ho richiuso per benino la cassetta, in modo che Luisa non si accorgerà di nulla...
               Ma io non avevo voglia di ritornare nella mia stanzaccia tutta sporca e in disordine; non avevo
            voglia di annoiarmi. - Se mi mascherassi da donna? - Ho pensato a un tratto.
               Ho trovato un busto vecchio di Ada, una sottana bianca inamidata con lo strascico, ho preso
            dall'armadio il vestito di batista color di rosa di Luisa a tramezzi di trina, e ho cominciato a vestirmi.
            La gonnella era un po' stretta alla vita e ho dovuto appuntarla con gli spilli. Mi sono bene unto le
   5   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15