Page 8 - Il giornalino di Gian Burrasca
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preso dalla credenza tre panini, un bel grappolo d'uva, un'infinità di fichi dottati, e con la lenza sotto
            il braccio mi sono avviato verso il fiume per mangiare in pace. Dopo mi son messo a pescare, e non
            pensavo che ad acchiappare i pesciolini, quando ad un tratto, ho sentito dare uno strappone alla
            canna che reggevo in mano; forse mi sarò proteso un po' troppo in avanti, perché... giù, pùnfete!
            sono cascato nell'acqua! Pare incredibile: ma in quel momento non ho potuto fare a meno di pensare
            fra me e me: - Ecco, i miei genitori e le mie sorelle saranno contenti ora di non avermi più tra i
            piedi! Ora non diranno più che son la rovina della casa! Non mi chiameranno più Gian Burrasca di
            soprannome, che mi fa tanta rabbia! -
               Affondavo giù giù nell'acqua, e non capivo più nulla, quando mi son sentito tirar su da due
            braccia d'acciaio. Ho respirato a pieni polmoni l'aria fresca di settembre, e subito, sentendomi
            meglio, ho domandato al barcaiuolo che mi teneva in collo, se aveva pensato di mettere in salvo
            anche la mia povera lenza!






























               Non so perché la mia mamma abbia pianto tanto, quando Gigi mi ha riportato a casa fradicio
            mézzo. Io stavo benissimo e glielo dicevo, ma le mie parole erano dette al vento, perché le lacrime
            della mamma pareva che non finissero mai. Come ero contento di essere cascato nel fiume, e di
            avere corso rischio di affogare! Se no, non avrei avuto tanti complimenti, né tutte quelle moine.
               Luisa mi ha messo subito a letto; Ada mi ha portato una tazza di brodo caldo bollente; e tutti,
            anche le persone di servizio, sono stati intorno a me, fino all'ora di andare a desinare. Poi,
            lasciandomi così infagottato nelle coperte, da farmi davvero morire di soffocazione, sono andati giù,
            raccomandandomi di star buono e di non muovermi.
               Ma era possibile questo, per un ragazzo della mia età? Che cosa ho fatto appena son rimasto
            solo? Mi sono levato, ho tirato fuori dall'armadio il mio vestitino buono a quadrettini, mi son
            vestito, e scendendo pian piano le scale per non farmi sentire, sono andato a nascondermi sotto la
            tenda della finestra, in salotto. Se mi avessero scoperto, quante gridate avrei avuto!... Non so come
            sia andata che mi sono addormentato quasi subito; forse avevo sonno, o ero stanco. Il fatto è, che
            dopo una buona dormita, ho aperto gli occhi; e da una fessura della tenda ho veduto Luisa seduta sul
            sofà, accanto al dottor Collalto, che chiacchieravano a voce bassa. Virginia strimpellava il piano, in
            un angolo della stanza. Ada non c'era; era andata certo a letto, perché sapeva che il Capitani non
            veniva.
               - Ci vorrà almeno un anno - diceva lui. - Il dottor Baldi, sai, comincia a diventar vecchio, e mi ha
            promesso di prendermi come suo aiuto. Ti dispiace di aspettare, amor mio?
               - Oh no: e a te? - ha risposto Luisa, e tutt'e due si son messi a ridere. - Ma non lo dire ancora a
            nessuno, - ha continuato lui. - Prima di dichiararci fidanzati in pubblico, voglio avere una posizione
            sicura...
               - Oh ti pare? sarebbe una sciocchezza... -
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