Page 13 - Il giornalino di Gian Burrasca
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- Scusi, sta qui il Vecchio Silva Stendere?
- Ma che hai? - ha risposto.
- Ecco, ho qui una fotografia per lui! -
E gli ho consegnato il suo ritratto sotto il quale era scritto: Pare il Vecchio Silva Stendere! Come
è buffo!
Ugo Bellini l'ha preso, e io via, di corsa! Gli deve aver fatto un grande effetto; perché, mentre
scendevo le scale, l'ho sentito urlare col suo vocione terribile:
- Maleducate! Pettegole! Sguaiate! –
Ah! Se seguitassi a scrivere tutte le scene di stamani, stasera non anderei più a letto!
Che facce spaurite facevano tutti quei giovanotti appena avevan sott’occhio la loro fotografia,
mentre io invece mi sentivo scoppiar dal ridere, vedendo tutte le smorfie che facevano!
Ma quello che mi ha fatto ridere più di tutti è stato Gino Viani quando gli ho dato la sua
fotografia dove in fondo era scritto: Ritratto d’un ciuco. Poveretto! Gli son venute le lacrime agli
occhi e ha detto con un filo di voce:
- La mia vita è spezzata! -
Ma non era vero niente, perché se gli si fosse spezzata la vita non avrebbe potuto camminare in
su e in giù per la stanza come faceva, borbottando una quantità di parole senza senso comune.
9 ottobre.
Oggi Ada, Luisa e Virginia hanno tormentato tutto il giorno la mamma,
perché acconsentisse a dare quella famosa festa da ballo della quale esse
chiacchieran tra loro da tanto tempo. Prega e riprega, la mamma, che è
tanto buona, ha finito per contentarle, e la festa è stata fissata per martedì
di quest'altra settimana.
Il bello è che, discorrendo degli inviti da fare, hanno rammentato,
naturalmente, anche tutti quelli ai quali ho portato ieri le fotografie.
Figuriamoci se dopo quei complimenti scritti dalle mie sorelle in fondo
ai loro ritratti, avranno voglia di venire a ballar con loro!
12 ottobre.
Mio caro giornalino, ho tanto bisogno di sfogarmi con te!
Pare impossibile, ma è proprio vero che i ragazzi non vengono al mondo che per fare dei
malanni, e sarebbe bene che non ne nascesse più nessuno, così i loro genitori sarebbero contenti!
Quante cose mi son successe ieri, e ne avrei tante da confidarti, giornalino mio! Ma appunto
perché ne ho avute tante, non mi è stato possibile scriverle. Ah sì, quante ne ho avute ieri!.. E anche
ora duro fatica a muovermi e non posso star neppure a sedere a causa di tutte quelle cose che ho
detto e che mi ci hanno lasciato, con rispetto parlando, certi vesciconi alti un dito.
Ma ho giurato oggi di descrivere il fatto come è andato, e benché soffra tanto a stare a sedere,
voglio confidare qui tutte le mie sventure...
Ah, giornalino mio, quanto soffro, quanto soffro!... E sempre per la verità e per la giustizia!...
Ti dissi già l'altro giorno che le mie sorelle avevano avuto dalla mamma il permesso di dare una
festa da ballo in casa nostra; e non ti so dire come erano tutte eccitate da questo pensiero. Andavano
e venivano per le stanze, bisbigliavan tra loro, sempre tutte affaccendate... Non si pensava, né si
parlava d'altro.
Ieri l'altro, dopo colazione, si eran riunite in salotto a far la nota degli invitati, e parevan tutte al