Page 128 - Il giornalino di Gian Burrasca
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- Pare un becchino turco! - disse piano Maurizio Del Ponte alludendo a quel turbante nero che gli
copriva la testa.
Più tardi si seppe che a uno a uno i collegiali erano chiamati in Direzione per subire un
interrogatorio.
- Che t'hanno domandato? - chiesi a uno che incontrai nel corridoio grande mentre usciva di
Direzione.
- Nulla - mi rispose.
Verso sera ne acchiappai un altro:
- Che t'ha detto il Direttore?
- Nulla. -
Capii allora perfettamente che il signor Stanislao doveva avere nel suoi interrogatori intimiditi i
ragazzi in un modo addirittura feroce con chi sa quali minacce se avessero rivelato una parola.
In questa idea mi confermò più tardi Mario Michelozzi, il quale passandomi accanto, mi disse
rapidamente:
- All'erta! Calpurnio ha mangiato la foglia! -
Ma in camerata mi aspettava la terribile rivelazione della nostra completa rovina...
- Sei stato in Direzione? - sussurrai a Gigino Balestra mentre mi passava dinanzi.
- No, - rispose.
Come mai erano stati interrogati tutti i collegiali più piccoli e noi due no?
Questa esclusione mi dava molto da pensare e andai a letto deciso di non avventurarmi nel mio
osservatorio, temendo di una vigilanza speciale notturna.
Non so quanto tempo stetti così sveglio, riflettendo sui casi della giornata, architettando
deduzioni su deduzioni; ma la tentazione di salire sull'armadietto mi si riaffacciava sempre, ostinata,
a traverso a tutte le mie riflessioni, finché da ultimo mi vinse e mi fece abbandonare ogni saggio
consiglio di prudenza.
Mi assicurai prima se tutti i miei compagni dormivano, ficcai lo sguardo in tutti gli angoli della
camerata per vedere se c'era qualche spia messa a vigilare, e alzatomi pian piano salii sul comodino
ed entrai nell'armadietto...
Oh, sorpresa!... La parete in fondo era murata; murata come era prima ch'io levassi con tanto
paziente lavoro il mattone, aprendomi così vasto e interessante campo di osservazione sulla vita
privata dei signori Direttori del collegio Pierpaoli!
Non so come riuscii a trattenere un grido.
Sgusciai giù dall'armadietto sul comodino e di lì sotto ì lenzuoli... e in mezzo alle ipotesi più
strane e fantastiche che mi ballavano vertiginosamente nel cervello, una dominava sulle altre, e
ritornava alla mia mente, tenace, implacabile, mostrandomi tutte le probabilità delle quali era
armata...
- È andata così: - diceva con una terribile sicurezza l'ipotesi trionfatrice di tutte le altre - il signor
Stanislao ha sentito ridere te e Gigino Balestra dietro il quadro di Pierpaolo Pierpaoli, e gli è entrato
da quel momento un vago sospetto che è andato via via crescendo; e siccome gli ci voleva poco a
sincerarsi, stamattina ha preso una scala, l'ha appoggiata alla parete, è salito fino al quadro, l'ha
alzato, ha guardato sotto di esso, ha scoperto il finestrino che avevi fatto e... e l'ha fatto murare,
dopo essersi assicurato - questo s'intende - dove rispondeva questo finestrino e avere scoperto così
che esso corrispondeva proprio nell'armadietto di Giannino Stoppani, detto dai suoi nemici Gian
Burrasca! -
Ahimé! L'ipotesi, giornalino mio caro, mi pare proprio che colga nel segno e mi aspetto qualche
cosa di grosso...
Chi sa, dopo queste righe che butto giù alla meglio in questa terribile nottata insonne, quando
potrò ancora confidare i miei pensieri e i casi della mia vita alle tue pagine?
20 febbraio.
Novità! Novità! Novità!