Page 111 - Il giornalino di Gian Burrasca
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- Come vorremmo essere al tuo posto! - mi hanno detto i compagni della Società Uno per tutti e
tutti per uno.
7 febbraio.
Iersera, appena i miei piccoli compagni si furono addormentati saltai su nel mio armadietto
richiudendo lo sportello per di dentro e levato il mattone aprii il mio finestrino, vi ficcai la testa e
appiccicai l'occhio al buchino fatto ieri notte nella tela in cui è effigiato il compianto professor
Pierpaolo Pierpaoli che ebbe l'infelicissima idea di fondare questo odioso collegio.
Da principio tutto era buio: ma poco dopo la scena si rischiarò a un tratto e vidi comparire giù
dalla porta a sinistra la signora Geltrude impugnando un doppiere con le candele accese, seguìta dal
signor Stanislao che diceva con accento di preghiera:
- Ma cara Geltrude, è certo che quest'affare del petrolio nelle balle del riso è inesplicabile... -
La direttrice non rispose e seguitò lentamente a camminare verso la porta di destra.
- Possibile che si annidi tra i collegiali un tipo così audace da compiere un fatto simile? In ogni
modo farò di tutto per scoprirlo... -
A questo punto la signora Geltrude si fermò, si rivoltò verso il marito e con voce stridula gli
disse:
- Voi non scoprirete niente. Perché voi siete un imbecille! -
Ed entrò nella camera lasciando la sala del defunto Pierpaolo Pierpaoli nella più completa
oscurità.
La scena alla quale avevo assistito dal palchetto era stata brevissima, ma abbastanza interessante.
Se non altro essa mi aveva dimostrato che l'altra notte la direttrice parlando delle patate non si
era rivolta al cuoco come mi aveva fatto supporre la grande libertà di linguaggio adoperato, ma
aveva parlato col direttore...
La signora Geltrude quando diceva: imbecille! si rivolgeva proprio al suo marito in persona!...
Oggi è una grande giornata; è venerdì, e noi della Società segreta aspettiamo con ansia l'esito del
nostro strattagemma per scoprire se la minestra di magro è fatta o no con la rigovernatura dei
piatti...
8 febbraio.
Ieri sera avrei voluto scrivere in queste pagine l'ultima parte della cronaca della giornata, ma mi
premeva di vigilare il campo nemico dal mio osservatorio... E poi bisogna da ora in avanti
adoperare una grande prudenza perché siamo spiati da tutte le parti e tremo al solo pensiero che mi
possano trovare questo mio giornalino...
Fortuna che la chiave della valigia nella quale lo tengo rinchiuso è assai complicata... E poi i
sospetti sono contro i convittori grandi e... E poi in fin dei conti, se fossi messo alle strette potrei dir
delle cose che farebbero smascellar dalle risa tutti quanti, come rido io in questo momento
soffocando a stento l'ilarità per non svegliare i miei compagni...
Ah, giornalino mio, quante cose ho da scrivere!... E che cose!...
Ma andiamo per ordine, e cominciamo dal fatto meraviglioso, strabiliante della minestra di
magro di ieri.
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Dunque a mezzogiorno in punto, tutti i ventisei convittori del collegio Pierpaoli erano, come al
solito, seduti intorno alla tavola del refettorio in attesa del pranzo... E qui mi ci vorrebbe la penna
del Salgari oppure di Alessandro Manzoni per descrivere l'ansietà di tutti i compagni della nostra
Società segreta, mentre si aspettava che portassero la minestra.