Page 106 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Prima di tutto c'è stato un voto di plauso per me, perché quel giorno in cui i soci si erano riuniti a
            fumare nello stanzino del petrolio, piuttosto che far la spia mi ero fatto condannare in prigione. Poi
            un altro voto di plauso per avere scoperto l'affare della minestra di magro... Insomma sono stato
            trattato come un eroe, e tutti mi hanno dimostrato una grande ammirazione.
               Dopo aver discusso ben bene ci siamo trovati d'accordo su questo punto: che per accertarsi se la
            minestra del venerdì è fatta con la rigovernatura dei piatti serviti ai pasti degli altri giorni, bisogna,
            incominciando da domani, dopo mangiato, mettere nel piatto qualche cosa che dia un colore
            all'acqua nella quale i piatti saranno rigovernati...
               - Ci vorrebbe dell'anilina! - ha detto il Del Ponte.
               - Ci penso io a procurarla! - ha aggiunto Carlo Pezzi - ne ho vista nel gabinetto di chimica.
               - Benissimo. Domani allora principieremo la prova. -
               E ci siamo separati dandoci la mano; quello che la stendeva diceva:
               - Tutti per uno! -
               E l'altro, stringendo la mano, rispondeva:
               - Uno per tutti! -
               Sono molto contento di essere entrato in questa società; ma ero incerto, caro giornalino mio, di
            scriverne nelle tue pagine, avendo giurato di non confidare il segreto a nessuno... Però ho pensato
            che a te potevo confidar tutto perché mi sei fedele e poi io ti custodisco bene, chiuso a chiave nella
            mia valigetta.
               A proposito; la mia valigia è riposta con la mia biancheria in un piccolo armadietto scavato nel
            vano della parete a capo del letto, al disopra del comodino.
               Tutti i collegiali hanno un armadietto simile, chiuso da uno sportello bigio.
               L'altra sera, dunque, mentre gli altri dormivano, per riporre nella valigia il giornalino mi ficcai
            addirittura dentro il mio armadino, e sentii delle voci.
               Rimasi in ascolto, pieno di curiosità. Non mi ero sbagliato: le voci erano al di là del muro in
            fondo all'armadietto... e mi parve perfino di riconoscere la voce della signora Geltrude.
               Dev'essere una parete sottilissima.

               2 febbraio.


               Si incomincia la prova.
               Prima di mezzogiorno Carlo Pezzi aveva già distribuito a ciascuno di noi un involtino nel quale
            sono dei granellini minutissimi come quelli della rena.
               Per l'appunto oggi, essendo domenica, abbiamo avuto una pietanza di più e cioè il pesce con la
            maionese, e così noi altri soci della Società segreta abbiamo messo un granellino nel piatto che
            aveva servito per il pesce, e un altro nel piatto dei muscoletti in umido (anche questa dei muscoletti
            in umido è una pietanza che ritorna spesso in tavola, come la minestra di riso) e così abbiamo
            rimandato in cucina due granellini d'anilina a testa, cioè dieci in tutto.
               Stasera a cena poi, essendoci una pietanza di stracotto, abbiamo messo nei piatti sudici un altro
            granellino, sicché nella giornata sono quindici granellini che sono andati in cucina nel famoso
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