Page 62 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
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getali, come gli orti, specie quelli per la famiglia, data la
presenza contemporanea di diverse specie (promiscuità)
la difesa antiparassitaria può diventare alquanto compli-
cata e difficile.
È intuibile innanzitutto che certe pratiche antiparassitarie
orientate per difendere una o più specie, possono interfe-
rire con momenti alquanto delicati del ciclo di sviluppo di
altre specie presenti.
Capita spesso inoltre che certi parassiti “capaci di ubi-
quità” si trasferiscano da una pianta all’altra della mede-
sima specie o anche di specie diverse, moltiplicando i
danni o complicando la scelta di metodi e tempi per i trat-
tamenti antiparassitari.
Qui val la pena di dissipare dalla mente del lettore che
“da grande vuol fare il giardiniere o l’orticoltore”, il principio
secondo cui le piante (a maggior ragione quelle ortive) ob-
bedendo a certi sofismi ambientalistici “moderni” debbano
“difendersi da sole”. Si sostiene essere alquanto noppor-
tuno di inquinare l’ambiente e di produrre danno ai con-
sumatori con l’uso di veleni o molecole persistenti e non
biodegradabili. Tali generalizzazioni spesso “facendo di
ogni erba un fascio”, criminalizzano trattamenti con so-
stanze che in certi casi, da secoli, non hanno creato alcun
problema immediato o prolungato nel tempo. Per ogget-
tiva onestà intellettuale, nonché per scienza e coscienza,
dobbiamo dire subito che ciò rappresenta una solenne
corbelleria. Invero ci sono metodi e tecniche, qualcuna
anche accennata (quella sulla minore densità di semine
o di piantine a dimora in pieno campo), che consentono
forme di prevenzione o di limitazione del danno.
Quindi l’orticoltore deve sapere che per far bene tale
mestiere non deve illudersi, seguendo tendenze più o
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