Page 59 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
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nuali o di durata stagionale, le cosiddette “fitotossine”. Si
tratta degli avanzi metabolici detti pure cataboliti che re-
stano nel terreno fin quando i raggi solari, le alte tempe-
rature, l’ossigeno e l’azione diuturna dei batteri
congiuntamente o non, non riescano a demolirli. Non è
utile in questo manuale pratico approfondire aspetti bio-
chimici che sono svariati e spesso sovrapposti. È un
campo che attiene alla ricerca sia di base che applicata
in agricoltura, che qui siamo costretti a trascurare.
È importante sapere che certe fitotossine sono tali per
alcune specie e non per altre. Come diverso è il grado di
tolleranza delle fitotossine tra le diverse specie vegetali.
Limitandoci solo a qualche cenno, si constata come per
esempio le leguminose (fava, pisello, ecc.) se ripetuta-
mente coltivate nello stesso terreno per due anni conse-
cutivi, risentono fortemente fino ad azzerare ogni
produzione per effetto forse della maggiore concentra-
zione delle stesse tossine lasciate dalla coltura dell’anno
precedente. In base a questa osservazione gli agronomi
hanno classificato alcune specie agronomiche in piante
che possono seguire se stesse in due anni consecutivi e
piante che non lo possono.
Sconoscendo nozioni semplici ma basilari come
queste, l’orticoltore risulta disorientato non sapendo
da dove ricominciare.
Resta da aggiungere ancora, che certe fitotossine pos-
sono dimorare nei resti di vegetazione che, per questo
motivo, qualche volta si consiglia di bruciare, ed in ogni
caso appare sempre opportuno allontanarli dall’orto e de-
porli in concimaia dove vengono disattivate e demolite del
tutto ad opera di diverse classi di microorganismi.
Per questo si preferisce distruggere immediatamente i
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