Page 55 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
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a distanze variabili. Ogni regione, zona o microzona, co-
munque obbedisce ad abitudini che, anche se non otti-
mali, non sono facili da cambiare. Ciò può essere
ampiamente tollerato, purché si rispetti il criterio dello spa-
zio vitale.
Di maggiore interesse risulta la scelta delle distanze
delle piante ortive a medio o grande sviluppo..
Qui risulta importante conoscere con sicurezza lo svi-
luppo massimo che raggiungerà la pianta a maturazione
o nel caso di raccolte scalari per uno, due, e raramente
per tre trimestri, onde ottenere il massimo sviluppo, ade-
guato a produzioni salubri e di pregio.
È importante sapere che l’arieggiamento e la quan-
tità di luce necessaria favoriscono produzioni di qua-
lità eccellenti e a minor costo. Tutti i “disciplinari di
produzione” della cosiddetta agricoltura biologica in-
sistono infatti (e provvidenzialmente) su questo
punto: tra pianta e pianta e tra un filare e l’altro ci deve
essere uno spazio tale da consentire la circolazione
dell’aria e l’esposizione alla luce solare.
È facile capire che nella scelta della distanza non basta
rapportarsi allo sviluppo dell’apparato radicale della sin-
gola specie ortiva in coltivazione, ma essa distanza deve
consentire la miglior condizione di sviluppo ed arieggia-
mento dell’apparato fogliare ed aereo il quale assicura alla
stessa pianta salute, vigore vegetativo, resistenza ai pa-
rassiti, tutti sinonimi di qualità salutistiche e nutritive degli
ortaggi.
Sia nel vivaio che il pieno campo, gli errori maggiori nella
scelta delle distanze, nella messa a dimora delle piante
ortive, sono infatti quelli per difetto. Essi sono causa di
sviluppo disarmonico, eccessivo allungamento del caule
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