Page 30 - Breve storia della musica
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attivo soprattutto a Vienna, riassume le esperienze romantiche e
le riporta su un versante classico, con una maggiore attenzione
alla forma e un atteggiamento più composto. Scrive quattro
sinfonie, molta musica orchestrale e da camera, brani per
pianoforte, molti Lieder.
Brahms rappresenta una reazione al linguaggio wagneriano, che
si esprime, oltre che nel rifiuto del teatro e dell’azione
drammatica, nel richiamo a Schumann e, più indietro, a
Beethoven; altri musicisti invece cercano di seguire, anche nella
musica strumentale, le orme di Wagner – con risultati alterni.
Fra questi Anton Bruckner (1824-1896), musicista isolato e
riservato, organista a Linz, in Austria, autore di nove sinfonie e
di molta musica religiosa, e Richard Strauss (1864-1949), la
cui musica è spesso legata a un’ispirazione letteraria e si
esprime nella forma del poema sinfonico (Don Chisciotte; Don
Giovanni; Till Eulenspiegel, Così parlò Zarathustra), dove
spesso l’eredità romantica e wagneriana è asservita al gusto
dell’effetto.
Un posto a sé occupa Gustav Mahler (1860-1911), nato in
Boemia da una famiglia di ebrei austriaci, autore di nove
sinfonie (una decima è rimasta incompiuta alla sua morte) e di
Lieder, importante anche come direttore d’orchestra, per dieci
anni alla direzione dell’Opera di Vienna, dal 1908 chiamato a
dirigere anche a New York. Le sue sinfonie hanno proporzioni a
volte monumentali (la terza ha una durata che sfiora le due ore),
in cui le forme classiche e il tonalismo vengono spinte ai limiti,
con un forte gusto per la sovrapposizione di piani sonori diversi,
con l’uso accanto all’orchestra di voci soliste, cori, in un caso
(nell’ottava sinfonia) di una seconda orchestra di ottoni. Mahler
mescola spesso elementi diversi, tratti dalla musica popolare e
dal repertorio non colto (celebre l’uso del tema di Fra Martino
campanaro nella prima Sinfonia, trasformato in una marcia
funebre), con un gusto che a volte sfiora il grottesco
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