Page 27 - Breve storia della musica
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Cristofori pazientemente trovò la soluzione che, perfezionata
poi nel tempo, ha dato alla luce il pianoforte: martelletti al
posto dei plettri, così che la corda potesse essere percossa
anziché pizzicata, un meccanismo di scappamento che
consentisse il ritorno in posizione del martelletto, e un
sistema di smorzatori che impedisse l’entrata in vibrazione
delle altre corde, non percosse da un martelletto. Chiamato
“Cembalo col piano e forte”, il nuovo strumento è descritto
da Scipione Maffei nel Giornale de’ Letterati d’Italia nel
1711.
Il nuovo strumento non è accolto immediatamente con
grande entusiasmo: Johann Sebastian Bach, che pure ha
occasione di provarlo, non ne viene affatto colpito, e così la
maggior parte dei musicisti della prima metà del Settecento. I
primi a utilizzarlo effettivamente nella sua piena personalità,
non come un semplice sostituto del clavicembalo, sono
Muzio Clementi (1752-1832) e Mozart. Le sonate per
pianoforte di Mozart e Beethoven sono fra i capolavori del
genere; per pianoforte scriveranno quasi tutti i grandi
compositori successivi.
Il melodramma
L’Ottocento è il secolo del melodramma italiano: Gioacchino
Rossini (1792-1868) è l’erede principale dell’opera buffa
settecentesca, a cui rimane in parte legato, ma introduce
innovazioni importanti nella parte strumentale e scrive alcune
opere che sono capolavori del genere, fra tutti Il barbiere di
Siviglia.
Più legati al Romanticismo sono il catanese Vincenzo Bellini
(1801-1835) e il bergamasco Gaetano Donizetti (1797-1848):
più tormentato il primo e più drammatico, ma anche dotato di
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