Page 25 - Breve storia della musica
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primo a dare concerti in sale pubbliche, con “programmi”
in cui alternava brani di altri compositori ai propri: dopo il
1838 la sua attività di concertista diventa quasi frenetica e
lo porta in tutti i paesi europei e perfino a Costantinopoli.
In un’epoca in cui non esistevano mezzi per riprodurre i
suoni, svolse anche una funzione di divulgatore, per
esempio attraverso le sue trascrizioni pianistiche delle
sinfonie di Beethoven, della Sinfonia fantastica di
Berlioz, di brani d’opera. Dopo il 1848 si stabilì a Weimar
e si dedicò soprattutto alla direzione d’orchestra e alla
direzione di un teatro musicale.
Niccolò Paganini (1782-1840), genovese, è invece il
“divo” del violino. L’Italia aveva avuto nel Settecento una
buona scuola violinistica, con musicisti come Pietro
Antonio Locatelli e Giovanni Battista Viotti; Paganini ne
continua la tradizione e conquista una grande padronanza
dello strumento che lo porta a esibirsi con grande
successo in vari stati italiani e, fuori dalla penisola, in
varie città europee. Eseguiva solo brani di propria
composizione; spesso amava anche improvvisare. Se la
sua fama è legata ancora soprattutto al violino, Paganini
fu però anche un virtuoso della chitarra e compose per
questo strumento, e per il duo violino-chitarra, brani
pregevoli.
Soprattutto alle opere per orchestra è legato il nome del
francese Hector Berlioz (1803-1869). La sua Sinfonia
fantastica fu eseguita per la prima volta nel 1830: già il
titolo manifesta un netto distacco dal classicismo, il
sottotitolo “Episodi dalla vita di un artista” e i titoli dei
cinque movimenti (Sogni, Passioni; Un ballo; Scena nei
campi; Marcia al supplizio; Sogni di una notte del Sabba)
manifestano l’intento di raccontare una storia (in effetti
più fantastica che autobiografica). Gusto dell’eccessivo,
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