Page 17 - Breve storia della musica
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sono i due maggiori compositori di oratori, rispettivamente in

                latino e in volgare.


                In mezzo ad alcuni innegabili capolavori, il tentativo di ottenere
                l’approvazione del pubblico e quello di soddisfare le ambizioni
                dei cantanti, i “divi” dell’epoca, producono un gran numero di

                opere di scarso valore, prive di originalità e dalle melodie piene
                di fronzoli per gratificare il protagonismo delle voci. Di fronte a

                quella che è percepita come una “decadenza”, si manifestano i
                tentativi di “riforma” del teatro. Il primo grande protagonista in

                questo senso è un tedesco, Cristoforo Gluck (1714-1787),
                allievo in Italia del milanese Sammartini. Gluck, stimolato

                anche da Ranieri Calzabigi, suo librettista, cerca di riportare in
                primo piano l’elemento drammatico, di ridare purezza al canto e
                dignità all’orchestra. Le sue opere, rappresentate inizialmente a

                Vienna e Parigi (Orfeo, Ifigenia in Aulide, Ifigenia in Tauride)

                segnano le tappe della “riforma”.


                Le proposte di Gluck non vengono facilmente accettate:
                specialmente in Francia i suoi lavori sono la scintilla di una

                lunga polemica fra i sostenitori della “riforma” e quelli della
                tradizionale opera italiana: trionferanno alla fine i primi, grazie

                anche ai lavori di due musicisti italiani operanti a Parigi, Luigi
                Cherubini (1760-1842), autore di una famosa Medea, e

                Gasparo Spontini (1774-1851), autore de La Vestale.


                Il contributo più significativo, nel Settecento, è però quello di
                Wolfgang Amadeus Mozart, in particolare con le tre opere

                scritte su libretto dell’italiano Lorenzo Da Ponte (1749-1838),
                Le nozze di Figaro (1786), Don Giovanni (1787), Così fan tutte

                (1790). Oltre alla grande abilità nella scrittura orchestrale e alla
                vena melodica, in questi lavori Mozart dimostra anche un forte

                senso del teatro: testo e musica si compenetrano con fluidità,
                l’azione scenica è dinamica, i personaggi sono ben

                caratterizzati. L’ultimo suo lavoro teatrale, Il flauto magico





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