Page 14 - Breve storia della musica
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Agli inizi del XVI secolo, un impulso potente alla diffusione
della nuova musica viene dall’invenzione della stampa musicale
a caratteri mobili, che si deve a un italiano, Ottaviano Petrucci,
artigiano di Fossombrone, che apre una stamperia a Venezia e
fra le sue prime pubblicazioni presenta composizioni di autori
fiamminghi e parecchie antologie di musica italiana.
Il Cinquecento, secolo del trionfo del Rinascimento, con il
fervore di riscoperta e studio dei classici, è anche il secolo della
Riforma protestante di Martin Lutero (1517) e degli inizi della
Controriforma, con il Concilio di Trento (1545-1563). Mentre
la scuola franco-fiamminga vive il suo apice con Orlando di
Lasso (ca. 1530-1594), originario dell’Hainaut (Belgio), attivo
a lungo in Italia, lo spirito della Controriforma chiede rigore
formale e un ritorno al gregoriano, una limitazione della
polifonia e delle arditezze del canto (di contro allo stile
fiammingo). Sostanzialmente nello spirito controriformistico
opera la cosiddetta Scuola romana, che ha il suo massimo
rappresentante in Pierluigi di Sante detto Palestrina (1524-
1594), il quale porta la polifonia vocale sacra alle vette più alte,
con grande eleganza e rigore. Più brillante, per certi aspetti, la
musica della Scuola veneziana: l’ambiente di Venezia,
relativamente lontano dalla sede pontificia, permetteva
maggiore libertà di espressione e di sperimentazione. Nomi
importanti qui sono Claudio Merulo (1533-1604), Andrea
Gabrieli (1533-1585) e Giovanni Gabrieli (1557-1612), nipote
di Andrea, che furono anche grandi organisti e compositori di
pregevoli brani per organo.
Il melodramma
Il XVII secolo si apre con la nascita del nuovo dramma
musicale: nel tentativo dichiarato di far resuscitare l’antica
tragedia greca, non avendo a disposizione alcun documento
musicale, un gruppo di poeti e musicisti attivi a Firenze (passati
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