Page 178 - Maschere_Motta
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Marino e il Chiabrera che scrissero versi in suo onore. Lei stessa fu poetessa (Rime, 1601) e autrice, in giovanissima
età, di una favola pastorale, Mirtilla. Fino alla morte fu l’ornamento principale della grande Compagnia dei Gelosi.
Si esaltava la sua bellezza fisica, l’incanto della voce, la maestria nel canto e nella danza, l’esemplarità della vita
privata. Un ammiratore francese arrivò a scrivere: “Non credo che Isabella sia una donna mortale: è piuttosto un
dio che si è travestito da donna, per carpirci l’anima”.
Il figlio Giovambattista, (Firenze, 1579 ? - Reggio Emilia 1654) entrò nella Compagnia dei Gelosi nel 1594 come
“innamorato” con il nome di “Lelio”, e formò nel 1604 la Compagnia dei Fedeli. Fu attore fra i più acclamati del
suo tempo e la sua fama si estese anche a Parigi e ai paesi di lingua tedesca. All’attività di commediante alternò
quella di scrittore, nella quale, anche se non seppe superare il gusto della sua epoca, dimostrò comunque ingegno
brillante e momenti di notevole originalità. Gli si devono poesie edificanti, commedie licenziose, drammi pastorali
e soprattutto una sacra rappresentazione, Adamo (1613) della quale sicuramente ebbe notizia il Milton stesso.
Le commedie cercano di fondere la tradizione classica con i modi della commedia dell’arte. Giambattista
Andreini si occupò anche di musica, che inseriva volentieri, con parti cantate, nei suoi testi teatrali contribuendo
allo sviluppo del nascente melodramma. Tra di essi ricordiamo, oltre all’Adamo, La Maddalena, rappresentata a
Mantova, nel 1617 con le musiche di Monteverdi, M. Effrem, A. Guinizzoni e S. Rossix; Mincio ubbidiente (1620), La
Ferinda (Parigi, 1622), La Centaura (1622).
Giambattista ebbe due mogli. La prima, Virginia Ramponi (Milano, 1583 Bologna, 1630?), recitò parti di
innamorata, col nome di “Florinda” e ottenne particolare successo nel 1608 interpretando a Mantova l’Arianna di
Rininucci e Monteverdi. La sua esistenza fu amareggiata dai contrasti con le rivali in arte, Orsola Cecchini, detta
“Flaminia” e Virginia Rotari, vedova dell’attore Baldino Rotari e detta, perciò “la Baldina” che recitava col nome di
“Lidia” e che fu per anni l’amante di Giovambattista, il quale, rimasto vedovo, ne fece la sua seconda moglie.
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