Page 174 - Maschere_Motta
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Attore
colui che “agendo” sulla scena dà vita al personaggio di un dramma. Estensivamen-
te il termine è riferito anche a quanti, sia pure in una posizione parzialmente diver-
È sa, prendono parte ad uno spettacolo (mimi, ballerini, comparse, ecc.). Nella civiltà
mediterranea la funzione dell’attore si definisce storicamente, distinguendosi da quella del
sacerdote o del cantore o da altre consimili, quando la rievocazione di una vicenda o la glori-
ficazione di un eroe non è più compiuta nella forma della narrazione indiretta, ma è rappre-
sentata direttamente ed il discorso è enunciato in prima persona.
Allora il sacerdote o il cantore parla come se fosse l’eroe, finge di esserlo, lo personifica e
diventa attore. La “personificazione” e la finzione, che ne è lo stru-
mento, segnano appunto la nascita dell’attore. Tradizionalmente
il merito di aver operato questo passaggio dalla terza alla prima
persona, dal racconto alla finzione drammatica, cioè agìta, è at-
tribuito al greco Tespi che, compositore di tragedie ed interprete,
percorse con il suo famoso carro i demi dell’Attica.
Durante la LXI Olimpiade, che si svolse tra il 536 e il 532 a.C., Tespi
fu il primo a presentarsi al concorso tragico indetto da Pisistrato
per le Grandi Dionisie. A quest’epoca dunque risale, nella civiltà
mediterranea, la nascita dell’attore. Al tempo di Tespi l’attore era
uno solo: re citando un testo, del quale in mancanza di documen-
ti probanti è impossibile immaginare con precisione la struttura,
egli dava successivamente vita ai diversi personaggi, che pertanto
non potevano mai incontrarsi sulla scena. A Tespi la tradizione at-
tribuisce anche l’uso teatrale della maschera, che precedentemen-
te esisteva come strumento di culto. Eschilo introdusse nel teatro
ellenico il secondo attore e So focle il terzo, che fu accettato anche
da Eschilo nell’ultima fase della sua opera. I tre attori furono rispet-
tivamente denominati “protagonista”, “deuteragonista” e “tritago-
nista”. La classificazione contiene già embrionalmente una ripar-
tizione di ruoli (al deuteragonista erano affidate le parti medie, al
Due celebri attori comici del parigino Téâtre des
Varietés ai primi dell’800, Brunet e Poter, nella farsa tritagonista i re, i tiranni e il prologo).
di Dumersan: «Les Anglaises pour rire» (1814). Gli attori greci, che si riunirono anche in una corporazione, furono
Cambridge, collezione H.R. Beard.
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