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La Commedia dell’arte







                                 a Commedia dell’arte nacque alla metà circa del Cinquecento: dopo la crisi dell’età
                                 medievale e gli isolati tentativi di far rivivere i fasti dell’antichità nella commedia eru-
                          L dita d’epoca rinascimentale, il teatro rinacque quale fenomeno sociale supportato
                           da una nuova organizzazione tecnica. Secondo l’interpretazione più comune, la Commedia
                           dell’arte è stata così chiamata poiché per la prima volta in Europa portava sulle scene attori
                           professionisti, rappresentati cioè da un’Arte o Corporazione professionale. Diverse testimo-
                           nianze, tuttavia, sembrano contraddire questa ipotesi, ed evidenziano piuttosto la diffusio-
                           ne di un’opinione negativa nei confronti di coloro che si dedicano alla professione di attore
                           per trarne un profitto: a parte le compagnie più famose, che portano la commedia in tutto
                           il mondo e spesso davano vita a vere e proprie dinastie artistiche (come i Biancolelli o gli
                           Andreini), e, a parte dilettanti dall’immenso talento (persino tra gli ecclesiastici, con grande
                           scandalo delle autorità religiose), molti attori girovaghi erano spesso, purtroppo, ciarlatani
                           che allestivano spettacoli squallidi o incentrati esclusivamente su acrobazie e lazzi scurrili,
                           e che non difficilmente prestavano il fianco alle critiche degli intellettuali denigratori. L’esi-
                           stenza di dinastie di commedianti, piuttosto comuni per tutti i circa duecentocinquant’anni
                           di vita del genere, testimoniava la necessità sia di una vera e propria abilità innata, sia di
                           un addestramento rigoroso, per coloro che volessero veramente eccellere nella professione.
                           Allora, forse, arte andrà intesa proprio nel significato che una volta era corrente, cioè di “abi-
                           lità speciale” e “talento singolare”, quindi “commedia della bravura”, bravura riferita in primo
                           luogo alle eccezionali capacità di improvvisazione degli attori migliori, che resero questo
                           genere diffuso e amato in tutta l’Europa.
                            Fenomeno artistico complesso, per la varietà dei modi sperimentati in palese con- tra-
                           sto con la regolarità dei temi e delle situazioni rappresentati, e unico, in quanto manifesta
                           espressione del desiderio di autonomia dell’attore rispetto all’autore, la Commedia dell’arte
                           fu definita diversamente in relazione alle caratteristiche strutturali, alle modalità della rap-
                           presentazione scenica, ai ruoli dei personaggi, alla nazionalità. Fu detta anche Commedia
                           buffonesca o istrionica, per via dei forti legami che intrattenne con la tradizione dei mimi
                           goliardici d’età tardo-medievale; acquistò fama come Commedia all’improvviso o a sogget-
                           to o canovaccio, poiché recitata a partire da un abbozzo di trama che l’improvvisazione degli
                           attori riempiva di monologhi, dialoghi, lazzi. La si definì Commedia delle maschere, visto
                           che gli attori vi recitavano in parte con il viso coperto e, comunque, riproponevano a ogni


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