Page 168 - Maschere_Motta
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Relativamente alla sfera teatrale, per lo meno quella intesa nella più vasta accezione del termine, la più antica
notizia pervenutaci di una sua apparizione in Italia risale al Magnus Ludus de quodam homine selvatico svoltosi
al Pra della Valle a Padova nel 1208. Anche se l’Uomo Selvatico non raggiunse la grandissima “fama teatrale”
destinata ad altri personaggi, in ogni maschera è presente un qual- cosa di lui, che è individuabile in quel misto
di violenza e ingenuità, di malizia e di sventatezza che sono le caratteristiche fondamentali del successo di
Arlecchino presso il pubblico di ogni paese. Dell’Uomo Selvatico rimane inoltre indelebile traccia nelle maschere
nere e villose che coprirono per secoli i volti degli attori della Commedia dell’Arte. Ma la presenza di questo
personaggio non si limitò solo al campo artistico ma si espanse anche alla vita sociale e mondana apparendo
il suo costume frequentemente nei balli di corte. Questa tradizione è legata in Francia a un evento tragico, il
cosiddetto “bal des ardents”, una festa svoltasi alla corte di Carlo VI. Durante il ballo, alcuni cavalieri, travestiti da
Uomo Selvatico, perirono fra le fiamme appiccatesi al pelo dei loro costumi.
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