Page 170 - Maschere_Motta
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Zanni
revemente parliamo ancora di questa masche-
ra. Nome con cui nella commedia popolare del
B B Cinquecento e poi nella Commedia dell’Arte,
s’indicava il personaggio nel servo buffone.
Mentre alcuni ritengono che lo zanni (o zani e zane) sia
derivato da un’antica maschera italiana di carnevale, altri
ravvisano nel personaggio il buffone delle antiche atellane,
trovandovi un’analogia anche nel nome (sannio). Più
probabilmente che il nome sia il diminutivo dialettale di
Giovanni, usato largamente nel Rinascimento, specie nel
bergamasco, per indicare uomini di fatica e adottato dai
comici nella caricatura del contadino semplicione.
Il duetto fra il contadino e il borghese fu abilmente inserito
nella Commedia dell’Arte, e lo zanni divenne il servo buffone.
Si ricorse, per ottenere più rilevanti effetti comici, l’impiego
di due zanni: compito del primo era quello d’inventare
stratagemmi, mentre il secondo, che assunse in seguito un
nome specifico dando vita alla folta e colorita schiera
dei servi (Arlecchino, Pedrolino, Truffaldino, etc.),
doveva intervenire con lazzi e azioni mimiche vivaci.
I due zanni avevano costumi diversi: un ampio
camice bianco per il “primo” e un abito multicolore e
ornato per il “secondo”.
Nei secoli XVII e XVIII i costumi subirono modifiche finché
quello del primo divenne una livrea; l’altro sempre più
variato e decorativo.
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