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Il Medioevo         Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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                    scia e ottenne Crema) alla quale seguì la formazione di una Le-
                    ga Italica che avrebbe dovuto garantire pace alla penisola. A Fi-
                    renze, città protagonista dell’opposizione antiviscontea e poi
                    antiveneziana, dopo il fallimento del governo dei ciompi, alle
                    grandi famiglie plutocratiche si oppose quella dei Medici (al po-
                    tere dal 1434 con Cosimo), sostenitrice della media borghesia
                    mercantile e artigianale. Nel 1469 il potere passò nelle mani dei
                    nipoti di Cosimo, Lorenzo e Giuliano. Lorenzo accentrò il do-
     La Firenze medicea  minio fiorentino in Toscana e dovette affrontare una congiura
     e la congiura   ordita dalle maggiori casate fiorentine guidate dai Pazzi (1478)
     dei Pazzi      e appoggiata dal papa, che fallì per opera del popolo favorevo-
                    le ai Medici. Lorenzo affermò il suo prestigio tra il 1485 e il 1492,
                    periodo in cui fu l’ago della bilancia dell’equilibrio italiano gra-
                    zie all’alleanza con Milano e Napoli. A Milano, dopo un periodo
     Gli Sforza     di crisi interna, Ludovico Sforza detto il Moro assunse la tute-
     signori di Milano  la del nipote Gian Galeazzo (1480), erede del Ducato, al quale
                    fece sposare la nipote di Ferrante d’Aragona, re di Napoli (1489).


                       SCHEMA RIASSUNTIVO
      IL COMUNE     Durante il periodo della lotta per le investiture nascono nelle città le prime for-
                    me di Comune (coniurationes) che si espandono verso il contado. Dapprima il
                    governo è affidato a due consoli, poi a un podestà. In seguito la piccola borghe-
                    sia dà vita al “comune del popolo” la cui magistratura è composta dai “priori
                    delle arti” e dal “gofaloniere”.
      LE SIGNORIE   Nella seconda metà del XII sec. gli ordinamenti comunali si trasformano in Si-
                    gnorie. A Milano dopo i Della Torre si affermano (1277) i Visconti che conqui-
                    stano altre città. A Firenze si costituisce nel 1282 il governo dei “priori delle ar-
                    ti”. Nel 1292 gli “Ordinamenti di giustizia” di Giano della Bella escludono i ma-
                    gnati fiorentini dal governo. A Venezia con la “serrata del Maggior Consiglio”
                    (1297) viene ristretta la partecipazione alla vita amministrativa.
      IL TRECENTO   I Visconti combattono i Della Scala ed estendono i loro domini soprattutto con
                    Giovanni (1349-1354). A Firenze, percorsa da lotte intestine, scoppia il tumulto
                    dei ciompi (1378) con cui le arti minori eleggono un loro gonfaloniere (Michele
                    di Lando) e ottengono di partecipare al governo. Il potere passa poi nelle mani
                    delle grandi famiglie aristocratiche.
      IL QUATTROCENTO  Dalla fine del XIV sec. i grandi signori ottengono da papa e imperatore la legitti-
                    mazione del loro potere: nascono i Principati. Gian Galeazzo Visconti, tra il 1399
                    e il 1402, estende i domini milanesi. Il figlio Filippo Maria si schiera con gli Arago-
                    nesi, contro Firenze, Venezia, il papa e gli Angioini, nella lotta per il Regno di Na-
                    poli. Nel 1450, morto Filippo Maria e persi alcuni territori, i cittadini chiamano Fran-
                    cesco Sforza. Milano, Venezia, Firenze e gli Aragonesi si scontrano più volte fino
                    alla Pace di Lodi (1454) che sancisce un periodo di pace. A Firenze si afferma la
                    signoria medicea dal 1434. Lorenzo de’ Medici affronta la Congiura dei Pazzi
                    (1478) e offre alla città un periodo di grande splendore (1485-1492). A Milano nel
                    1480 Ludovico Sforza il Moro assume la tutela dell’erede al Ducato.
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